Ho il sospetto che
specialmente lo Spirito Santo ami scherzare, farsi gioco delle nostre
previsioni, smentire clamorosamente le nostre sentenze
"inappellabili", mandare all’aria i nostri rigidi schemi.
Sarebbe interessante scrivere la storia della Chiesa mettendo in
evidenza gli scherzi compiuti dallo Spirito, ad esempio suscitando un
san Francesco d’Assisi o un papa Giovanni.
"Venne
all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte
gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano" (Atti
degli Apostoli 2,2).
Per favore, non
blocchiamo le serrature. Almeno una volta, proviamo ad essere
sbadati. Lasciamo socchiuse porte e finestre, in modo che quel vento
impertinente le sbatta fragorosamente e irrompa dentro combinando
tutti gli scherzi che vuole.
Non facciamolo filtrare
semplicemente attraverso le fessure che non riusciamo a tamponare.
Lasciamoci investire in pieno, a costo di ritrovarci stesi a terra,
in pose un po’ goffe.
Permettiamo che sollevi
tendaggi solenni, laceri i veli delicati, mitrie, parrucche e
parrucchini, maschere, occhiali, rughe...
E se strappa qualche
pagina dai nostri codici, dai severi testi teologici, se porta
lontano i fogli dei discorsi già preparati, non rincorriamoli. Il
fuoco, poi, provvederà a incenerirli, e sarà un grosso guadagno per
tutti.
Il vento "scherzoso"
della Pentecoste sibila rabbioso, scompiglia, solleva, trascina,
sconvolge, buffa, scombina, scuote, sradica, spazza, schiaffeggia. È
il suo mestiere. Ma consentiamogli di farlo fino in fondo.
Alessandro
Pronzato, La nostra bocca si aprì al sorriso, 55-56
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