Quella dei poveri, come quella di Dio, è una presenza scomoda. Sarebbe meglio che Dio non fosse; sarebbe meglio che i poveri non fossero: poiché se Dio c'è, la mia vita non può essere la vita che conduco; se i poveri ci sono, la mia vita non può essere la vita che conduco. Sono parecchie le cose che non vorremmo che fossero. Ne nomino alcune, le più scomode, ma le più certe, purtroppo: la morte, il dolore, i poveri, Dio. Non vogliamo vedere Dio: non vogliamo vedere la morte: non vogliamo vedere il dolore: non vogliamo vedere i poveri. E sono invece le realtà più presenti; direi le presenze che non possiamo non vedere e non ricordare. Fino a quando riusciremo a tenere chiusi gli occhi davanti a queste certezze, che l'uomo può anche non voler vedere? Chiudo gli occhi un giorno; chiudo il cuore un giorno; chiudo la ragione un giorno, un anno, molti anni; poi, non ne posso più, e vedo Dio, la morte, il dolore, i poveri; proprio chi non vorrei vedere. Su ogni strada c'è una svolta: all'improvviso, ecco che dal mio intimo stesso risale la certezza che Dio c'è, e il dolore m'attanaglia, e la morte mi viene vicina, e il povero m'appare […].
È incredibile che il più buono degli uomini, il più mansueto, colui che da secoli porta la croce di tutti, faccia paura! Eppure, molti hanno paura del povero, come molti farisei avevano paura di Gesù, e non solo quando predicava, ma anche quando, condannato a morte, saliva il Calvario. Non fa paura il povero, non fa paura la voce di giustizia che Dio fa sua, fa paura il numero dei poveri. Don Primo Mazzolari
queste parole sono strepitose
RispondiEliminami sai dire, per favore, dove posso trovare questa citazione tra le opere di don Primo? grazie