Dio, mandaci dei cattivi sogni
Con una bella banconota tutta nuova, questa signora, altrimenti molto “distinta”, mi indirizza le seguenti righe che “suonano bene”: “Non mandatemi più simili libretti con quelle orribili fotografie dei lebbrosi. Ne ho, da due notti, dei sogni terribili. Eccovi dieci franchi per loro; ma per l’amor di Dio (dove va a finire l’amore di Dio!) che non ne senta più parlare!”.
Le ho risposto: “Che Iddio faccia sì che i vostri cattivi sogni durino ancora, Signora. E’ il bene più grande che io possa augurarvi. Fino al giorno in cui queste fotografie che trovate orribili (ah! se si potessero fotografare le anime!) non provocheranno più la vostra ripugnanza e meno ancora una pietà che siete incapace di esprimere in altro modo che con una vignetta della Banca di Francia, ma un illuminato e coraggioso amore.
Vi rimando la vostra banconota, perché è mal donata e di essa, perciò, non saprei che farmene. Voi stessa la darete a un Povero quando vi sentirete capace, anche al prezzo delle vostre confortanti insonnie, di aprire gli occhi sulla sua miseria e di tendergli le mani.
Avete pensato di fare l’elemosina? In verità, volevate, nello stesso tempo, sbarazzarvi di noi. Di noi, e di loro”.
Che il buon Dio doni a tutti noi dei cattivi sogni, se questi ci conducono sulla strada dei nostri fratelli.
Che Egli ci faccia la grazia di esser angosciati della miseria del mondo.
Di modo che noi, gente terribilmente felice, noi, possiamo farci perdonare il nostro benessere, imparando ad amare.
(RAOUL FOLLEREAU, Una battaglia diversa dalle altre, Ed. Missionaria Italiana).
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