mercoledì 2 giugno 2010

Ogni minuto voglio cantare con tutta la Chiesa: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo...

“Non esistono risposte semplici per cancellare il tuo dolore. Credimi, se ne avessi una, non mi tratterei dal metterla in pratica. Non possiedo una bacchetta magica da agitare e farti stare bene per incanto. La vita richiede un po’ di tempo e molta capacità di mettersi in relazione” (W. Paul Young, Il Rifugio).
E’ proprio vero, non esistono risposte semplici per cancellare il nostro dolore. C’è solo una strada che possiamo “imparare” a percorrere, ed è quella della fede; insieme alla capacità di sapersi mettere in relazione con Dio e accostare il nostro dolore al dolore di Colui che per amore ha sofferto prima di noi e per tutti noi.

Nel buio della notte, in mezzo a questo oceano di angoscia, piano piano mi risve­glio: «Devo affrontare la realtà. Sono in prigione. Se aspetto il momento opportuno per fare qualco­sa di veramente grande, quante volte mi si presen­teranno simili occasioni? C'è una sola cosa che ar­riverà certamente: la morte. Occorre afferrare le oc­casioni che si presentano ogni giorno, per compiere ­azioni ordinarie in modo straordinario». Nelle lunghe notti in prigione, mi rendo conto che vivere il momento presente è la via più semplic­e e più sicura alla santità. Il Cardinale Van Thuân era un uomo di speranza, viveva di speranza e la diffondeva tra tutti coloro che incontrava.

Nasce da questa convin­zione una preghiera:
 «Gesù, io non aspetterò; vivo il momento pre­sente, colmandolo di amore.
La linea retta è fatta di milioni di piccoli punti uniti l'uno all'altro.
Anche la mia vita è fatta di milioni di secondi e minuti uniti l'uno all'altro.
Dispongo perfettamente ogni singolo punto e la linea sarà retta. Vivo con perfezione ogni minuto e la vita sarà santa.
Il cammino della speranza è fatto di piccoli passi di speranza. La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza.
Come te, Gesù, che hai fatto sempre ciò che píace al Padre tuo.
Ogni minuto voglio dirti: Gesù, ti amo, la mia Vita è sempre una "nuova ed eterna alleanza" con te.
Ogni minuto voglio cantare con tutta la Chiesa: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo...»”.
Tutti i santi e i grandi testimoni concordano sull'importanza del presente. Essi vivono uniti a Gesù ciascun momento della loro vita, secondo il proprio ideale incarnato nel loro essere. Per Igna­zio di Loyola è Ad maiorem Dei gloriam, per Elisa­betta della Trinità In laudem gloriae, per Giovanni Bosco Da mihi animas, per Madre Teresa è Miseri­cordia. Per Raul Follereau è Gesù nei lebbrosi, per Jean Vanier Gesù negli handicappati mentali. Impersonando, nell'attimo presente, il loro ideale, i santi vivono una vita che si realizza nella sua essenza.
 Scrive san Paolo della Croce:
«Fortunata l'anima che riposa in sinu Dei, sen­za pensare al futuro, ma procura di vivere momen­to per momento in Dio, senz'altra sollecitudine che di far bene la sua volontà in ogni evento».
 E Teresa di Lisieux afferma:
«La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi».
 «Chi conosce la via della santità - dice una grande figura spirituale del nostro tempo - torna e ritorna appassionatamente all'ascetica che essa ri­chiede: vivere in Dio nell'attimo presente della vita. Così si è completamente alienati da tutto ciò che non è Dio e immersi in Dio ovunque Egli è presen­te. Allora la nostra vita non è più tanto "esistere", ma pienamente "essere", perché Dio, Colui che è, è in essa» (Chiara Lubich)”.
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