E’ proprio vero, non esistono risposte semplici per cancellare il nostro dolore. C’è solo una strada che possiamo “imparare” a percorrere, ed è quella della fede; insieme alla capacità di sapersi mettere in relazione con Dio e accostare il nostro dolore al dolore di Colui che per amore ha sofferto prima di noi e per tutti noi.
Nel buio della notte, in mezzo a questo oceano di angoscia, piano piano mi risveglio: «Devo affrontare la realtà. Sono in prigione. Se aspetto il momento opportuno per fare qualcosa di veramente grande, quante volte mi si presenteranno simili occasioni? C'è una sola cosa che arriverà certamente: la morte. Occorre afferrare le occasioni che si presentano ogni giorno, per compiere azioni ordinarie in modo straordinario». Nelle lunghe notti in prigione, mi rendo conto che vivere il momento presente è la via più semplice e più sicura alla santità. Il Cardinale Van Thuân era un uomo di speranza, viveva di speranza e la diffondeva tra tutti coloro che incontrava.
Nasce da questa convinzione una preghiera:
La linea retta è fatta di milioni di piccoli punti uniti l'uno all'altro.
Anche la mia vita è fatta di milioni di secondi e minuti uniti l'uno all'altro.
Dispongo perfettamente ogni singolo punto e la linea sarà retta. Vivo con perfezione ogni minuto e la vita sarà santa.
Il cammino della speranza è fatto di piccoli passi di speranza. La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza.
Come te, Gesù, che hai fatto sempre ciò che píace al Padre tuo.
Ogni minuto voglio dirti: Gesù, ti amo, la mia Vita è sempre una "nuova ed eterna alleanza" con te.
Ogni minuto voglio cantare con tutta
«Fortunata l'anima che riposa in sinu Dei, senza pensare al futuro, ma procura di vivere momento per momento in Dio, senz'altra sollecitudine che di far bene la sua volontà in ogni evento».
«La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi».
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