Voi siete figli degli uccisori dei profeti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!".
Parola del Signore.
OMELIA
La cosa peggiore è il voler apparire diversi da quello che si è. Quando nella vita sociale, a poco a poco, ci si è guadagnati un'apparenza di onore, quando ci si è procurati una reputazione di uomini di pietà e di moralità, tutto concorre a rafforzarla e ci si dà da fare per non smentire tale immagine, riuscendovi spesso assai bene. Ma che brutture dietro una tale immagine!
Gesù svela il pericolo della falsa apparenza, opponendo ad essa, sia pure implicitamente, l'uomo che ha fame e sete di giustizia, che non è mai sicuro di essersi messo sulla retta via, che aspira ad una vita più vicina alla volontà di Dio.
Si dice che san Filippo Neri, ormai prossimo alla morte, avendo avuto l'impressione di stare per guarire, avrebbe detto in modo molto serio a coloro che gli stavano intorno: "Se ne esco, mi converto!".
È meglio smentire la propria immagine, riconoscere le proprie debolezze, sopportare l'umiliazione di veder rinascere la tentazione, confessare a se stessi e a Dio la propria miseria, piuttosto che chiudersi nella sicurezza ingannevole di un'apparenza onorevole, ma falsa. "La verità vi renderà liberi".
PREGHIERA DELLA SERA
Questa sera voglio aprirmi a te, dispiegare davanti a te tutta la mia vita. Tu leggi in me come se fossi un libro aperto.
Signore, non permettere che io sia un "sepolcro imbiancato, riempito di ogni putredine". Nessuna scappatoia, nessuna tentazione di fuga, nessun orgoglio segreto alteri la rettitudine delle mie intenzioni, fin nei loro angoli più reconditi. Fammi dono di un cuore libero. Re-inventami, ricreami, restaurami, purificami: nella mia vita semplificata possa la tua Parola trasfigurare i miei giorni. Che ti siano offerti in un'offerta a te gradita, conforme ai tuoi desideri.
La consapevolezza dei nostri peccati ci convince che anche noi siamo sepolcri imbiancati, belli di fuori, ma dentro... Che cosa fare? Se rimaniamo chiusi, meritiamo il rimprovero di Cristo di essere degli ipocriti; se ci scoperchiamo di fronte a tutti, facciamo cosa inopportuna, giacché Paolo ci ammonisce di mettere in comune le opere che edificano e non il marciume che contamina. E' impossibile per noi uscire dal dilemma; per fortuna c'è Cristo. Un bel sepolcro, qualora il morto fosse risuscitato, potrebbe essere considerato un monumento insigne. Facciamoci risuscitare da Cristo: lui non ha paura del nostro marciume; poi non distruggiamo il sepolcro, ma conserviamolo come segno dell'infinita misericordia di Dio, come monumento del suo amore personale per noi. Evitiamo, ancora, un altro errore dei farisei, i quali affermavano che loro mai avrebbero ucciso i profeti, mentre si apprestano a far morire il Messia. Molti pensano di cambiare l'umanità e recriminano il passato; pochi si preoccupano di convertire se stessi e di vivere il presente. Impegniamoci a essere fra quei pochi; lasciamoci guidare dalla convinzione che l'ieri è un assegno annullato, il domani una cambiale incerta; solo l'oggi è denaro contante.
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