mercoledì 29 settembre 2010

Spesso trivellano i sottosuoli della fede cristiana, per portare in superficie le facce della Terra più violentate e più oscurate

Famiglia cristiana e il miracolo delle lingue 
di Giancarlo Zizola 
Una critica delle nequizie del dispotismo politico, come quella di Famiglia Cristiana, sarebbe difficile da comprendere fuori di un approccio profetico, cioè sulla sola linea in cui la Chiesa può prendere seriamente le distanze dalle logiche del mondo in ragione della propria identità spirituale...


Si ha l'impressione che un riflesso autoritario produca in alcuni un tale timore della libertà dello Spirito che il solo sospetto che qualche fiammella scenda sulla testa di qualche cristiano basti a scatenare la voglia di chiamare d'urgenza i vigili del fuoco per stroncare la nuova Pentecoste e il miracolo delle lingue, cioè della libertà, da cui la Chiesa era sorta. Una visione gregaria della comunità ecclesiale ripugna anche a Ratzinger, di cui torna pertinente un testo del 1971 : «La vera obbedienza non è quella degli adulatori, chiamati falsi profeti dalla profezia genuina dell'Antico Testamento. Non è di quelli che evitano ogni ostacolo e urto, che pongono al di sopra di tutto la garanzia della propria comodità. Ciò che manca alla Chiesa di oggi (e di tutti i tempi) non sono i panegiristi dell'ordine costituito, ma gli uomini nei quali l'umiltà e l'ubbidienza non sono minori della passione per la verità, gli uomini che danno testimonianza nonostante ogni possibile travisamento ed attacco, gli uomini in una parola che amano la Chiesa più della comodità e della tranquillità del proprio destino». FC non è sola a vivere di questa passione. Essa è parte di una multiforme realtà, una vasta rete di riviste, settimanali diocesani, agenzie d'informazione, testate missionarie, siti e fogli di ordini e congregazioni religiose, di associazioni e movimenti, prestigiosi quindicinali e mensili culturali diffusi capillarmente e radicati nel territorio. Insieme informano, educano, narrano il mondo alla Chiesa e la Chiesa al mondo. Spesso trivellano i sottosuoli della fede cristiana, per portare in superficie le facce della Terra più violentate e più oscurate, ma anche quei pezzi di realtà ecclesiale meno visibili che vivono il disagio di una Chiesa (...). L'obiettivo è la promozione di una cultura dei valori senza i quali, diceva Wojtyla, «la democrazia si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia». Sulla stessa linea Benedetto XVI nella enciclica «Deus caritas est» impegnava la Chiesa a offrire attraverso la formazione etica un contributo specifico, «affinché leesigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili». (...) Colossale dunque l'abbaglio di quanti, di fronte all'indipendenza delle scelte politiche di FC, hanno tentato l'operazione di separarla dalla Chiesa gerarchica. Tanto più se si pondera il dato che il suo editore – la Congregazione dei Paolini – oltre all'autorità propria, ha la responsabilità di intrattenere con Papa Ratzinger vincoli così personali, avendone pubblicato libri, articoli e interviste rimaste nella storia, da rendere meritevoli di speciale attenzione le opzioni ecclesiali di questa multinazionale cattolica dei media. Piuttosto il fianco più inquietante del paradosso – e motivo di crescente preoccupazione per i capi della Chiesa –, è che il suo pensiero sociale, malgrado gli sforzi dei media cattolici, stenta a trasformarsi in parte costituiva e direttiva della cultura del mondo cattolico. Molti campanili suonano per la Lega, e magari vendono le testate cattoliche critiche alle porte delle chiese. Lavorata dal frastuono di fondo dei talk-show si espande anche tra i fedeli la stanchezza del pensare in grande e del pensare sociale e politico, un certo disagio col pluralismo, con la critica e con le mediazioni, la voglia di delegare la coscienza e gli affari del gregge ai capi, bravi a pensare per tutti. (...) Nella Bibbia si racconta l'alternanza del mormorio critico e della rassegnazione servile agli idoli nella storia del popolo ebraico. Nel mondo cattolico italiano coabitano allo stesso tempo il mormorare e lo scodinzolare. Ma sono universi che di fatto non comunicano, anzi si vanno polarizzando.
in “la Repubblica” del 2 settembre 2010

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