Acquisire vocazione è acquisire bellezza del vivere e reincantare la vita, recuperando la centralità e la rilevanza del trascendente e del bello. I credenti sono chiamati a dare incanto nuovo all'esistenza, sulle orme di «Cristo incantatore» (sant'Ambrogio).
La bellezza apre al mistero e guida alla decisione morale di accettare il mistero. Anche il bene, per attrarre, per mantenere la sua forza di attrazione, deve essere bello. Perché devo compiere il bene e fuggire il male? Perché devo? Perché il cuore mi dice che agendo così trovo la felicità. Il perché è legato, dipende da un «sentire». Il perché è estetico.
Di questi tempi non basta più ricordare l'alterità di Dio, la sua diversità, o l'umiltà o la debolezza di Dio. Dobbiamo riscoprire la bellezza di Dio, proporre un Dio in forma attraente: che avvinca, leghi, muova, incanti.
Davanti all'indifferenza che ci circonda, non basta più dire che Dio è vero e buono, occorre mostrare anche che Dio è bello. La forza che attrae l'uomo contemporaneo non è più quella della costrizione logica della verità, non è più quella della costrizione etica del bene, ma è quella dello splendore del vero e del buono, cioè della loro bellezza.
Ermes Ronchi, Tu sei bellezza, 68-69
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