mercoledì 23 febbraio 2011

la costruzione con quelle pietre è nata dapprima dal suo desiderio


Oggi sempre più è necessaria la presenza di maestri. Il maestro, colui che guida e che è autorevole, non rimanda mai a sé come risposta ai problemi della vita, ma comunica altro, indirizza al bene e conquista gli altri proprio perché non avvinghia a sé. Il maestro sprona al «desiderio del mare aperto», non si sofferma sulla noia del particolare slegato dal desiderio di navigare. Come descrive bene questo atteggiamento Antoine de Saint Exupery nella Cittadella quando scrive: «Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini. Ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito».
Se si togliesse la brama del navigare, per quale motivo si dovrebbe faticare a tagliare la legna? E ancora, come si può educare qualcuno intimorendolo, facendo pensare che nella vita bisogna avere soltanto paura? Che cosa possiamo dare a noi stessi, ai nostri figli, ai nostri studenti, alle persone cui vogliamo bene se non il bello e il vero che incontriamo? I divi idolatrati, invece, presentano sé come la soluzione. Nella Cittadella compare ancora la figura del capo che istruisce i generali spronandoli ad essere pienamente uomini mantenendo vivo il desiderio. Confessa loro: «La torre, la roccaforte o l’impero crescono come l’albero. Esse sono manifestazioni della vita in quanto è necessario che ci sia l’uomo perché nascano. E l’uomo crede di calcolare. Crede che la ragione governi l’erezione delle sue pietre, quando invece la costruzione con quelle pietre è nata dapprima dal suo desiderio. La roccaforte è racchiusa in lui, nell’immagine che porta nel cuore, come l’albero è racchiuso nel seme. I suoi calcoli non fanno altro  che dare forma al suo desiderio e illustrarlo. […] Voi perderete la guerra perché non desiderate nulla».
Sono parole profetiche quelle di A. de Saint Exupery, che nel contempo indicano un punto da cui ripartire, per i giovani come per gli adulti: il desiderio infinito del cuore. Questa è la strada per vincere la sfida educativa.
Giovani senza meta Troppi idoli, pochi maestri
di Giovanni Fighera

CITTADELLA Un libro bellissimo e misterioso. Un abbozzo di romanzo, contenuto nella famosa valigetta che Antoine de Saint Exupéry - autore dell'indimenticabile Piccolo Principe - portava sempre con sé e dalla quale si separò solo una volta: prima di partire per il suo ultimo volo di guerra, dal quale non sarebbe più tornato. Lo si può leggere mille volte e trovarvi sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato, di vero. C'è il cammino nel deserto, come metafora della vita; c'è la cittadella, metafora dell'uomo; c'è il padre, metafora di Dio; c'è la sentinella, metafora del profeta; c'è il palazzo del padre e il tempio, metafore della Chiesa. E ancora: l'amore, l'amicizia (lo splendido racconto dei due giardinieri, che chiude il libro), il lavoro e la fatica, il dolore e la morte, la preghiera, il silenzio di Dio, gli uomini d'oggi (materialisti e consumisti, divenuti "bestiame da ingrasso"). Si potrebbero compilare pagine e pagine solo a trascrivere citazioni significative. Con la Bibbia e la Divina Commedia, uno dei pochi libri che porteremmo su un'isola deserta.

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