"Ho passato molto tempo con te - disse - ben prima che ci ritrovassimo in questa stanza. Ti parlavo di me, della mia vita, dei miei libri, dei miei genitori, di quello che avevo amato, di quello che mi aveva fatto soffrire, degli uomini, di tutto. L'amore è un dialogo che può essere infinito, anche quando si è soli. Tu credevi che fossi sdraiata sul letto a leggere. Invece pensavo a te. Sapevo che eri di sotto, sentivo quasi fisicamente la tua presenza, avresti dovuto solo salire. Avevo voglia di chiamarti, ma non avevo il coraggio di farlo. Se sapessi tutto quello che ti ho detto! Ero felice di rivederti nel metro. Speravo che tu ci fossi, molte volte ti ho aspettato sul binario. Eri attratto da me, ma non sapevi come fare. E questo mi piaceva enormemente. E' vero, non avevi il portamento, nè l'eleganza, e tanto meno la sicurezza del tipo di cui ti ho parlato, ma era proprio questo che mi piaceva di te. Più che un uomo, sembravi un essere umano. Più ti sforzavi di sembrare indifferente, più mi piacevi. Adoravo il tuo pudore. Non sai quanto mi hai fatta felice! Avevo un ammiratore, uno di quelli veri, di quelli che non hanno il coraggio. Capisci? Un ammiratore all'antica, segretamente innamorato, rispettoso, premuroso: ti ho ancora davanti agli occhi mentre volti la pagina del libro, l'ho trovato molto romantico..."
(Jean-Pierre Gattégno-Per molto tempo sono andato a letto presto)
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