lunedì 14 marzo 2011

riconoscere il Messia in mezzo a tutti i poveri

Un racconto ebraico dice che un giorno chiesero al profeta Elia: «Come facciamo a sapere che il Messia è arrivato?» E il profeta Elia rispose: «Andate alle porte della città e li lo troverete». Infatti alle porte della città si ammassavano i poveri, i ciechi, gli zoppi, a chiedere l’elemosina.
«Ma come si potrà riconoscere il Messia in mezzo a tutti i poveri?», rispose sempre il profeta: «Mentre tutti quei disgraziati si tolgono tutte le loro bende per lavarle e poi rimettersele, il Messia è l’unico che non si toglie tutte le bende insieme, ma toglie una benda per volta». «Dove sta la differenza?». «La differenza è che il Messia facendo così è sempre pronto ad aiutare chiunque abbia bisogno».


La compassione sembra essere un sentimento irrazionale, incontrollabile e per questo non gode di buona reputazione nel modo di sentire comune.
Non è forse vero che per indicare qualcuno che non è all’altezza delle aspettative diciamo che è uno “da compatire”, e che quel fatto o quella situazione “facevano pietà”, che quella esperienza faceva compassione?!
Forse anche perché quotidianamente siamo sottoposti ad un eccessivo carico di stimolo delle emozioni più superficiali e in qualche modo ci difendiamo erigendo delle barriere come l’indifferenza.
La questione è seria perché anche le emozioni più profonde rischiano di essere così travolte dal cinismo e dalla fretta. Perché fanno “perdere tempo”, non sono produttive, interrompono quella macchina micidiale per cui bisogna “realizzare”, senza fermarsi a riflettere.
«Le emozioni, scrive lo psichiatra Eugenio Borgna, invece sono anche portatrici di conoscenza: di una conoscenza che ci trascina nel cuore di esperienze di vita irraggiungibili dalla conoscenza razionale».
Una conoscenza che oggi ci fa domandare: Perché non siamo tra quelli che ad Haiti, in Giappone o nei paesi dell'Africa hanno perduto tutto? Perché i nostri figli e nipoti non sono i bambini somali o afgani perennemente in guerra?
Noi siamo loro. Questa è la risposta, questa è la compassione.

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