Eppure la sua religiosità non si astrae dalla quotidianità che gronda di sofferenze e di ingiustizie. Citatissima è la preghiera, sempre del suo capolavoro Gitanjali, che suona così nel suo centro tematico: «Dammi la forza, o Signore, di non rinnegare mai il povero, / di non piegare le ginocchia di fronte al l'insolenza dei potenti». Esemplare è la parabola dell'aspirante asceta che decide di lasciare la sua famiglia per l'eremo e che si chiede: «Chi mi trattenne a lungo nell'illusione della vita familiare?». Dio gli sussurra: Io! «Ma l'uomo aveva le orecchie turate. Col suo bimbo addormentato al seno, la moglie dormiva placidamente. L'uomo disse: Chi siete voi che mi ingannate coi sentimenti? Una voce misteriosa mormorò: Essi sono Dio! Ma egli non intese. Allora Dio comandò: Fermati, sciocco, non abbandonare la tua casa! Ma l'aspirante asceta ancora non udì. Dio, allora, tristemente sospirando disse: Perché il mio servo mi abbandona per andare in cerca di me?».
Tagore, una voce in mano a Dio Gianfranco Ravasi scritto sul sole 24ore il 01 maggio 2011. Chi volesse leggerlo tutto linki
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-05-01/tagore-voce-mano-082032.shtml?uuid=AaxEGRTD
Nessun commento:
Posta un commento