Secondo Giampaolo Rugarli, ne I giardini incantati, "si può classificare solo il disordine", cioè niente.
Fiorella Minervino ammette che "solo lo scrivere consente di accedere ai giardini incantati, moltiplicando, sublimando la vita con significati e senso".
"E' vero, più volte mi sono resa conto che cercando di "classificare il disordine" (dello spazio, dell'anima) attraverso la scrittura, tutto mi è apparso di colpo più comprensibile, più semplice da decifrare. E in quei "giardini incantati", che a mano a mano diventavano le pagine riempite, le strade che percorrevo si facevano via via più regolari, i sentieri si trasformavano in luoghi conosciuti e il canto degli uccelli era un suono nitido sul quale modulare il mio respiro.Per orientarmi meglio, per meglio tornare a conoscermi. "(Clelia Mazzini)
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