Leggendo S.Agostino (Disc. 46, 14-15; CCL 41, 541-542), proposto dall'ufficio delle letture di quest'oggi ho avuto la tentazione di metterLo nella pagina di presentazione del blog, almeno l'estratto che riporto sotto. Poi mi son detto che lo zelo che urla in queste righe, non è nelle mie corde politicamente corrette, anche se lo sento in me fino a star male per le persone che amo e che stimo. Dovrei aver qualcosa di S. Paolo o di S. Agostino; loro hanno conosciuto l'amarezza di quegli smarrimenti, insopportabili dopo aver amato Cristo.
"Riporterò quindi la pecora dispersa, andrò in cerca di quella smarrita; che tu voglia o no, lo farò. Anche se nella mia ricerca sarò lacerato dai rovi della selva, mi caccerò nei luoghi più stretti, cercherò per tutte le siepi, percorrerò ogni luogo, finché mi sosterranno quelle forze che il timore di Dio mi infonde. Riporterò la pecora dispersa, andrò in cerca di quella smarrita. Se non vuoi il fastidio di dovermi sopportare, non sperderti, non smarrirti."
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