Io amo questa donna, giovane per sempre. Ha sofferto a lungo per amore di fantasia per questo non è morta. Rivive nelle consuete parole fra i rimandi sul lungo marciapiede.
Cara mamma,
dagli orologi fermi capisco la tua assenza. E stamattina nel solito bicchiere bianco c'era uno spazzolino da denti solo.
Il tuo te lo sei portato via.
Ma non credere che, te lontana, io faccia cose che a te dispiacciono.
Il mio sogno più caro è destinato a oscillare nell'aria lungamente, ma poi - certo - a dissolversi nel sereno, oltre le cose.
Perché amiamo perdutamente soltanto ciò che non avremo mai: e per me è la miseria, vecchi con lunghi mantelli fra ciminiere di fabbriche lontane, carraie che conducono a una cava di sabbia, bambine col grembiule rosso riflesse dall'acqua dei fossi.
La strada vera
va lungo un marciapiede,
ha consuete parole,
vetrine infiorate,
un "Punto giallo" fra gli specchi,
e un mite desiderio
di sicuri stipendi.
Cara mamma, augurami di soffrire ancora a lungo per amore di fantasia: a questo patto la tua ragazza potrà non morire.
Antonia
(Antonia Pozzi - Lettera del 29 gennaio 1938
L'età delle parole è finita - Lettere 1927-1938 - Archinto Editore)
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