venerdì 27 dicembre 2013

mi prese la paura che a tanto fossimo arrivati con il cristianesimo, a un Cristo ridotto a manichino senza volto,


La vita ci riempie di tristezza per non lasciarsi penetrare oltre la vernice, tentativi di annegare la solitudine. E poi i manichini che hanno preso forma di corpi umani, triste metafora del male.

dicembre del 2009 
Don Angelo Casati 
NATALE E IL MANTELLO DELLA COMPASSIONE

Mi colpiva che fossero figure senza volto,
derubate di connotati precisi, di occhi, di labbra di cui ci innamoriamo.
Figure senza volto.
A cui oggi puoi dare un vestito,
domani un altro,
accolgono tutto senza ribellioni, un vestito ad ogni stagione.
Manichini per tutte le stagioni.
Per un brivido di secondo mi prese la paura che a tanto fossimo arrivati con il cristianesimo, a un Cristo ridotto a manichino senza volto,
senza la sua vita concreta,
senza le sue scelte concrete, senza le sue parole e i suoi gesti,
e ognuno vi attacca impudentemente il suo vestito.
Non è forse quello che sta capitando?

Il pericolo, ma ormai non è più un pericolo, è spettacolo sotto i nostri occhi,
è quello di non confrontarci più con la vita reale di Gesù.
E allora può succedere che si pretenda di difendere il Natale,
il mistero di un Dio che condivide,
che annulla le distanze,
esiliando uomini e donne che hanno un diverso colore della pelle!
E che, nel giorno di una nascita in cui Dio sconfina e chiede di sconfinare,
ci si ubriachi nell'orgoglio di innalzare muri!
O ci si impalchi a difensori del crocifisso,
il mistero di un Dio che dall'alto della croce
ha abbattuto il muro della separazione e della inimicizia,
dicendo "Li possano tutti ammazzà!".
Cristo e cristianesimo
come i manichini che scintillavano dalle vetrine illuminate a giorno.
Guardavo e ritraevo gli occhi,
quasi avessero sorpreso un male del cristianesimo,
forse il vero male perché lo svuota,
un male segnalato da sentinelle inascoltate.

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