Nessuno mi può riconciliare fino in fondo con la verità del mio cuore come fa il tuo giudizio. Supero così il pregiudizio di una debolezza senza scampo e imparo a non invidiare quelli che prevaricano.
Confido nel giudizio di Dio fino a sentirlo come mia forza e mia roccia che mi salva dall'apprezzamento delle cose false quali l'invidia per chi è potente ha fortuna nelle ricchezze passeggere?
8 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94
Veramente, Signore,
il tuo giudizio ci libera dal peso
di ogni insuperabile fraintendimento
di ogni parziale apprezzamento
di ogni limitata prospettiva.
Nessuno, nemmeno le persone che più ci hanno amato
possono riconciliarci fino in fondo
con la verità del nostro cuore.
Neppure alle persone che più amiamo,
noi stessi possiamo assicurare la gioia
di una perfetta comprensione
di un totale apprezzamento.
Ma il segno splendente del tuo amore
è infine il gesto che conferisce
al nostro ingresso nel tempo infinito della vita
la forma della scelta,
pur sollevandoci dal peso insopportabile di doverci pronunciare
con perfetta padronanza sulla verità delle cose
e sull'assoluta differenza del bene e del male.
Così la dignità dell'esistenza
che tu ci hai destinato è custodita intatta
e l'ossessione dell'umano pregiudizio
di una debolezza senza scampo
è per sempre allontanata.
Nessuno è condannato alla propria debolezza,
né alcuno è premiato dall'astuzia della sua prevaricazione
come avviene tra gli uomini.
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