mercoledì 8 gennaio 2014

Non riesco a vedere un tempo più perduto di quello che impiego per resistergli

10 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Davvero, mio Signore,
non mi è possibile pensare
ad alcuna buona ragione per respingere il tuo vangelo.
Non riesco a vedere un tempo più perduto
di quello che impiego per resistergli.
I segni della sua Verità sono semplici
trasparenti alla portata di tutti:
i ciechi vedono, gli zoppi camminano,
i prigionieri sono sciolti, per i peccatori c'è riscatto,
ai poveri viene comunicata una buona notizia.
Non riesco a immaginare nessuno che possa sentirsi escluso:
per quanto ferita, sbagliata, marginale possa apparire
la sua vita ai suoi stessi occhi.
A meno che esista un essere umano che,
fino all'ultimo, resista con violenza alla sola idea
che tu abbia un tempo anche per l'altro
che egli non ama,
che si opponga fieramente all'eventualità
di dover condividere i beni della vita
con coloro che tu chiami all'esistenza,
che ritenga che in te non c'è riscatto,
redenzione, perdono.
A meno che un uomo o una donna
non intendano in alcun modo farsi persuadere
dall'icona del Figlio, innocente e ucciso
e ne traggano argomento di sfida indirizzata allo Spirito
contro ogni possibilità di dimostrare
- in qualche luogo e in qualche tempo -
la radicale differenza del bene e del male.
Prospettiva terribile sopra ogni altra,
questa;
perché nella coscienza che si lasci plasmare da tale peccato
ogni varco si chiude e ogni tempo è perduto.
Mi rendo conto che c'è qualcosa di terribile
nelle conseguenze di una tale intolleranza e incredulità.

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