10bis preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94
Ogni giorno tuttavia scorgo i segni drammatici
di questa spirale perversa:
nell'avidità che requisisce i beni della terra,
abusa del potere e della ricchezza
e in molti modi condanna a morte l'altro uomo
con pretestuose ragioni.
Ragioni e pretesti che essa trae, per giustificarsi
da ogni dove:
dalla storia e dalla scienza,
dalla politica e dall'economia,
dalle filosofie e dalle religioni.
Ragioni e pretesti che sono come pietre tombali
per chiudere il cuore dentro un sepolcro di solitudine.
Signore, che io non resti confuso in eterno!
Io so, mio Dio,
che la tua giustizia è il principio stesso
della differenza radicale tra bene e male
e la sua ferma custodia è a protezione e riscatto
di ogni amore ferito, di ogni debolezza sopraffatta.
Il tuo tempo, Signore,
è il tempo in cui la differenza del bene e del male,
del santo e del laido, del bello e dell'orribile,
si afferma a favore dell'uomo.
Ogni tempo esercitato nella sua negazione
è invece estraneo alla tua giustizia
così come al compimento del nostro desiderio.
Esso è destinato a rimanere,
nello spirito e nella carne,
il tempo duramente trafitto da un desiderio bruciante
che rimane separato dal proprio compimento.
In esso è infinitamente rappresentata e ripetuta
proprio la figura della morte che ci fa più paura;
quella che le Scritture chiamano "seconda morte".
E' il tempo di un'esistenza "infinitamente perduta"
che non va augurata a nessuno.
Salvaci Signore, dalla seconda morte!
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