Vigilare significa anzitutto vegliare, stare desti, rimanere all'erta.
L'immagine più immediata è quella di chi non si lascia sorprendere dal sonno quando il pericolo incombe o un fatto straordinario ed emozionante sta per accadere.
Vigilare significa badare con amore a qualcuno, custodire con ogni cura qualche cosa di molto prezioso, farsi presidio di valori importanti che sono delicati e fragili.
Vigilare impegna comunque a fare attenzione, a diventare perspicaci, a essere svegli nel capire ciò che accade, acuti nell'intuire la direzione degli eventi preparati a fronteggiare l'emergenza.
Rimanere svegli, essere attenti avere cura, vegliare dunque:
veglia la sposa
che attende lo sposo, la madre che attende il figlio lontano,
la sentinella
che scruta nel cuore della notte;
veglia l'infermiere
accanto al malato,
il monaco
nella preghiera notturna;
vegliano gli uomini e le donne
che sono pronti a raccogliere i segnali di aiuto dei loro amici nel pericolo, dei loro fratelli nel dolore, del loro prossimo nella difficoltà;
veglia la comunità dei credenti
che è rapida nel reagire alla tiepidezza e alla stanchezza che l'allontanano dall'amore degli inizi.
Veglia una società civile
che coglie prontamente i segni del proprio degrado,
che si erge contro la corruzione dilagante,
che contrasta la disaffezione nei confronti del bene comune,
che non si rassegna alla deriva delle sue istituzioni pubbliche e alla casualità dei suoi ritmi vitali,
che poi significano sempre il trionfo dei prepotenti e dei furbi.
Nessun commento:
Posta un commento