Lascia i tuoi pesi al Signore
Kairòs, il presente di Dio: trascorriamo i nostri giorni nel rimpianto del passato e nella preoccupazione del domani: eppure il primo è già sepolto e l’altro deve ancora nascere. Entrambi sfuggono al nostro controllo. Possiamo vivere felicemente solo nel provvidente presente di Dio. ( R. Daly)
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate ?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato ?" disse nuovamente il pensatore
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti"
replicò un altro discepolo
E il maestro tornò a domandare:
"Allora non è possibile parlargli a voce bassa ?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
" Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati ?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.
D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate ?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè ?
Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
In fine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino,
non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in
cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."(Mahatma Gandhi)
Sii tu mio conforto, o segreta tristezza !
Io mi rifugio in te con tante ferite.
Non affliggo i felici narrando le mie pene,
come un malato non dice il suo male ai sani.
Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe;
la notte è scura la casa è lontana,
conducimi tu, luce gentile.
Tu guida i miei passi, luce gentile
non chiedo di vedere assai lontano
mi basta un passo solo il primo passo
conducimi avanti luce gentile.
Non sempre fu così, te ne pregai
perché tu mi guidassi e conducessi
da me la mia strada io volli vedere
adesso tu mi guidi luce gentile.
Io volli certezze dimentica quei giorni,
purché l'amore tuo non m'abbandoni
finché la notte passi, tu mi guiderai,
sicuramente a te luce gentile.
Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe;
la notte è scura la casa è lontana,
conducimi tu, luce gentile.
(Cardinale John Henry Newman, Sicilia 1832)
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