Ho trovato queste bellissime espressioni da http://inoratorio.it/ sul rosario.
"Non riesco a cogliere il senso del Rosario: mi pare una cantilena monotona e noiosa, adatta forse per le persone anziane!" Abbiamo chiesto ad alcuni giovani, un parere sul Rosario: ci sono arrivate tante risposte. Ne abbiamo scelte alcune a favore e altre contro questo tipo di preghiera. Probabilmente ti ritroverai tra le righe di queste testimonianze...
... nel sottofondo delle avemaria
“Il Rosario è per me la preghiera che meglio di ogni altra accoglie e ricuce la frammentarietà del mio vivere quotidiano, riconducendolo alla sua fonte e al suo senso.
È la via più sicura per superare la superficialità e gli egoismi di cui sono così spesso intrise le aspettative, le azioni, gli incontri della mia giornata. E tutto questo è possibile perché nel sottofondo delle “Ave Maria”, nei riquadri dei misteri riscopro l’esistenza di Qualcuno che mi ha voluto e mi vuole bene come nessun altro; ecco allora che quello che mi è accaduto o mi accadrà nella giornata appare in una luce nuova, cambia l’animo con cui accosto le persone e le cose; spesso riscopro in elle il senso del dono, della gratuità, colgo possibilità prima insperate” (Vittorio, 23 anni)
La mia camera di decompressione
“Sono convinto che un Rosario detto bene sia l’esperienza più quotidiana, più spicciola e pratica di conversione che sia possibile fare. Il Rosario è la mia ‘camera di decompressione’, l’unica forma di preghiera che mi è realmente possibile quando sono sulle ali dell’entusiasmo per qualcosa andato bene o al contrario sono in crisi depressiva per le troppe cose andate male” (Paolo, 20 anni)
Il barometro della mia vita quotidiana
“E’ il mio ‘punto di incontro’ con le persone che hanno popolato la mia giornata, magari per la prima volta o anche di quelle che credevo di incontrare e non ho incontrato, con quelle in difficoltà e con quelle in forma, insomma con tutte le persone che il Signore mi mette accanto, per le quali ringrazio, imploro la sua grazia, cerco di offrire almeno qualcosa di me. Il Rosario è un po’ il motore e il barometro della mia vita quotidiana” (Chiara, 18 anni)
Adatto sempre!
“Un grossissimo pregio del Rosario è che qualsiasi momento della giornata (e moltissimi luoghi) può essere adatto: va bene al mattino recitato in prospettiva, magari andando all’università; va bene nel mezzo di una giornata, servendo a mettere ordine; o ancora alla sera tirando le somme; va bene in treno o in autobus, imparando a guardare la folla anonima che mi circonda, come singole entità personali, per ciascuna delle quali il Signore ha fatto e sta facendo ciò che i misteri ci illustrano; va benissimo in famiglia come nelle comunità parrocchiali, col gruppo di amici in una camminata in montagna o con il compagno di camera...” (Maurizio, 21 anni)
Quando desidero fare chiarezza dentro di me
“Il Rosario non è la mia preghiera abituale, ma la mia preghiera importante. Quando desidero fare chiarezza dentro di me, revisionarmi, confrontarmi, scelgo questa preghiera. La scelgo sempre prima del sacramento della Riconciliazione, perché entra nel mio concreto. Mi lascio prendere per mano da Maria e, mistero dopo mister, rivolgo il mio pensiero a Cristo” (una giovane mamma)
“Uno dei luoghi dove preferisco rivolgermi a Maria con questa preghiera è la strada. Potrà sembrare strano, ma è un luogo meraviglioso in quanto la mente è completamente libera da pensieri e quindi può rivolgersi a Lei. Mi piace recitare il Rosario pensando alle persone che mi sono vicine. Ogni Ave Maria è dedicata ad un amico, alle situazioni che in quel momento sta vivendo, al problema che lo affligge, alla gioia di cui è ricolmo... In questo senso il Rosario non è affatto ripetitivo perché ogni persona è diversa dall’altra ed è un modo stupendo per ricordare a me, ma soprattutto a Maria, gli amici che tanta parte hanno nella mia vita. “ (Manuela, 22 anni)
“Ho scoperto il Rosario come preghiera contemplativa. Infatti mi è di grandissimo aiuto nella preghiera di adorazione, nei momenti in cui mi vince la distrazione o la stanchezza. Il guardare a Cristo Eucarestia dona solennità alla semplicità del Rosario e l’affiancare anche la lettura della Parola è un modo per rendere più profonda la meditazione” (Anna, 18 anni)
... mentre aspettavo Sara
“Fino a qualche tempo fa non mi piaceva recitare il Rosario; l’ho sempre sentito dire ad una velocità supersonica, molto spesso sotto voce, durante la Messa e questo mi infastidiva alquanto. Ho riscoperto il Rosario quando aspettavo Sara: era bello ripetere le Ave Maria con una mano sul pancione, pensando a come Maria aveva vissuto la sua gravidanza, a come si era preparata alla nascita di Gesù. Il Rosario mi aiutava a sentirmi vicino alla Madonna, lei che come mamma mi capiva, sapeva placare le mie paure, sapeva sognare con me. L’ho invocata nel momento del travaglio e poi del parto e da allora mi piace recitare il Rosario intero, quando riesco, oppure ripetere le Ave Maria mentre lavoro in casa e Sara dorme.
Credo che ogni mamma oggi non può fare a meno del Rosario: abbiamo bisogno di avere vicino la Mamma per eccellenza; dobbiamo affidare a lei i nostri bimbi, dobbiamo sentirla vicino e partecipe nell’educazione e nella crescita dei nostri figli. Mi piace affidare a lei i malati, i sofferenti, quelli che sono soli, i bimbi senza mamma e papà, tutti quelli che hanno bisogno di essere amati: ecco le intenzioni che metto ad ogni decina” (Claudia)
Nessun commento:
Posta un commento