sabato 1 maggio 2010

PREGHIERA

MARTINI: Si prega in tanti modi. C’è la preghiera di domanda, che chiede miracoli e guarigioni e prodigi, come vedere anime che si odiavano e giungono a perdonarsi; c’è la preghiera di lode, o la preghiera di chi arranca, fa fatica, è fragile; di chi ha bisogno del perdono, o del povero che ha bisogno del pane. Ma ciò che distingue la preghiera cristiana dalla preghiera, per quanto altissima, delle religioni, è che la preghiera cristiana è dono diretto di Dio, che ci manda lo Spirito. Noi possiamo dire: Signore, io non sono capace, pronuncia tu in me quella preghiera, mettila tu nel mio cuore. E il culmine della preghiera è la preghiera affidamento, la consegna della nostra vita nelle sue mani.
«Dalla bocca dei bambini e dei lattanti, Signore, ti sei fatto una lode»: è la frase del salmo citata da Gesù, quando i sommi sacerdoti e gli anziani lo criticano perché trovano inopportuno il grido di osanna a lui rivolto dai bambini. Oggi tante volte i bambini mi sembrano abbandonati. Le notizie di questi giorni ci mostrano come sono indifesi davanti al male che si può far loro. In loro mi colpisce quella naturale apertura fiduciosa verso i propri genitori e verso la vita che è essenziale anche nella fede.
Certe volte, invece di favorire e farsi commuovere da questa apertura, si cercano tecniche e stratagemmi che dovrebbero avvicinare i ragazzi alla fede. Lei cosa spera, per loro?
La fede si trasmette alle persone a partire dall’ambiente che le circonda, ma poi può entrare concretamente in ognuno attraverso quattro vie: la testa, il cuore, le mani e i piedi. Ossia la formazione umana e intellettuale, la preghiera, oppure il lavoro con le mani per aiutare gli altri seconda dei tipi, l’una o l’altra cosa funziona come via preferenziale.
E i piedi che c’entrano?
I piedi li usano gli scout, per chilometri nelle loro camminate.
Eppure, in un altro suo libro recente è riportata l’obiezione di un ragazzo che dice: «Non so che farmene della fede. Non ho nulla in contrario, ma cosa dovrebbe darmi la Chiesa? Sto bene, che altro mi serve?».
Molti giovani hanno l’inferno nel cuore, non lo si deve negare. vedo che proprio per i giovani che non sanno niente della Chiesa, spesso è più facile cominciare dalle mani. Si buttano in opere di vedono altri che fanno le cose con la pace e la serenità nel cuore.
Ma questo senso estraneità, così diverso dalle contestazioni e dalle critiche delle generazioni precedenti, davvero può essere vinto proponendo la via di una vita impegnativa, esigente, difficile?
Non si può pretendere alcun sacrificio da nessuno, se prima non ha assaporato quanto sia allettante il traguardo. Ma quello che può impressionare gli altri è la carità in atto. E in essa, lo Spirito è la prima realtà. San Tommaso dice che la legge del Nuovo Testamento è lo Spirito Santo, le altre leggi sono secondarie. San Paolo sottolinea che la stessa osservanza etica non è pienamente realizzabile come frutto dell’uomo e della sua fatica. Lo si dimentica spesso, anche nella Chiesa, e allora si tenta di dar noi stessi mostra di forza e rigore. soprattutto la carità è possibile solo se c’è lo Spirito Santo. È la grazia dello Spirito che rende facile ciò che per gli uomini appare difficile o addirittura prodigioso.

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