"C'era un punto su cui convergevano tali esperienze e le sensazioni da esse suscitate: l'ANGOSCIA. Questo termine esprime un'esperienza così comune che basta evocarla per accorgersi che tanta gente si mette istintivamente in ascolto.
E' l'ANSIA che dasce dalla sicurezza rovesciata sulle cose che sembravano più solide e della fatica a trovare nel proprio bagaglio di nozioni delle risposte rassicuranti.
E' la PAURA di dover affrontare un futuro incerto rimanendo privi di quel poco di terreno solido che si era pensato di aver conquistato con la riflessione personale o con l'adesione semplice e fiduciosa a una tradizione religiosa ricevuta da persone che ci sembravano degne di fede.
E' la SOLITUDINE che sperimentiamo quando, di fronte ai problemi più grandi di noi, ci pare di non sapere più a chi affidarci.
Per questo ho sentito anch'io sovente in questi anni il bisogno di rifarmi a quelle realtà semplici e chiare su cui è possibile costruire, senza mentire a se stessi e senza disonestà intellettuali, un'esistenza capace di resistere alle tentazioni di ANGOSCIA che regolarmente ci assalgono.
"...La fede è un affidarsi a Dio che vince l'ANGOSCIA: non è un bagaglio di nozioni che esige un faticoso indottrinamento, è il bene più grande e liberante dell'uomo".
"Queste pagine ["C'è ancora qualcosa in cui credere" - PIEMME] sono dunque una conversazone amichevole nella quale, a partire dai miei personali e non sempre facili cammini di ricerca, desidero entrare in comunione con altri che stanno facendi gli stessi cammini.
Ci troviamo uniti nella fiducia o almeno nel presentimento che ci deve pur essere qualcosa "a cui possiamo ancora credere" e che ogni ANGOSCIA UMANA può essere vinta quando risuona la parola di Gesù a Maria Maddalena:
*
"Donna, perché piangi" (Gv 20,13
o quella agli apostoli nella tempesta sul lago:
* "Coraggio, sono io, non abbiate paura" (Mt 14,27".
La nostra fede non consiste soltanto nel credere in Dio
ma anche nel credere
che Dio crede in noi.
Nessun commento:
Posta un commento