Simone Weil, da «Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione»
giovedì 13 gennaio 2011
l dolore e la sconfitta possono rendere l'uomo sventurato, ma non umiliarlo finché è lui stesso a disporre della propria volontà di agire
La libertà autentica non è definita da un rapporto tra il desiderio e la soddisfazione, ma da un rapporto tra il pensiero e l'azione; sarebbe completamente libero l'uomo le cui azioni procedessero tutte da un giudizio concernente il fine che egli si propone e i mezzi atti a realizzarlo. Poco importa che le azioni siano agevoli o dolorose, e anche che siano coronate da successo; il dolore e la sconfitta possono rendere l'uomo sventurato, ma non umiliarlo finché è lui stesso a disporre della propria volontà di agire. L'uomo non può in alcun caso evitare di essere incalzato da una necessità inflessibile; ma, poiché pensa, ha la facoltà di scegliere tra cedere al pungolo con il quale essa lo incalza, oppure conformarsi alla raffigurazione interiore che se ne forgia; e in questo consiste l'opposizione tra servitù e libertà.
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