Il mattino ci si annuncia già nel nostro letto. Lì viviamo una proiezione forse inconsapevole ma vera e reale della nostra esistenza. Come ci svegliamo al mattino, dunque? In un modo o nell’altro noi ci svegliamo o con una domanda o con un progetto.
Nel primo caso la nostra giornata inizia senza particolari certezze: vi è una apertura a ciò che sarà o che ci verrà incontro. L’apertura degli occhi ancora cisposi è caratterizzato da una fiducia che viene subito mossa da un interrogativo: che ne sarà di me oggi? Cosa accadrà? E il sentimento che l’accompagna può essere sia di incertezza (o persino di inquietudine e angoscia), sia di curiosità sia di meraviglia e serena apertura al nuovo giorno.
Nel secondo caso la nostra giornata inizia con la voglia di essere nel mondo, di realizzare, di aprire le finestre e dire silenziosamente o fragorosamente al mondo che si è disposti a fare qualcosa oppure perché si ha un progetto preciso in mente, un lavoro da fare, ad esempio; sia perché se ne avverte tutta l’energia che è alla ricerca di un oggetto: una cosa da fare o una o più persone da incontrare.
Una domanda o un progetto muovono sempre quella fiducia di base che accompagna l’istante semi-consapevole del risveglio e lo orientano. L’ispirazione poetica non è lontana da questo istante. Il suo oblio può significare l’oblio della dimensione creativa dell’esistenza. Forse la vacanza con la sua carica di cambiamento dei ritmi può aiutarci a recuperare il senso e l’importanza di quell’attimo da cui tutta la nostra giornata ha inizio, quel big bang creativo (e creaturale) che rianima la nostra esistenza tutte le mattine. La vera ispirazione, del resto, è questo: un risveglio al mondo.
Antonio Spadaro S.I.
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