Per dire: il sesso prima del matrimonio è un dato di fatto, "illusioni e divieti non portano a nulla". Non significa che il cardinale approvi. Però "nella Chiesa nessuno è nostro oggetto, un caso o un paziente da curare". Con sant' Agostino dice: "Ai giovani non possiamo insegnare nulla, possiamo solo aiutarli a trovare il loro maestro interiore". Si tratta di dare fiducia, "renderli indipendenti" ("anche i vescovi hanno bisogno di un interlocutore forte e consapevole") e accompagnarli nel loro sviluppo spirituale. Un bellissimo capitolo è dedicato agli esercizi spirituali di Sant' Ignazio di Loyola, "le guide sono amici nel senso evangelico: accompagnano, fanno domande, sostengono, ma non si mettono mai tra il singolo e Gesù, anzi promuovono questo dialogo". Martini offre risposte aperte e mette in gioco se stesso. Perché c' è il dolore? "Se osservo il male del mondo, esso mi toglie il respiro. Capisco chi ne deduce che non esista alcun Dio". Non ci sono risposte facili, bisogna mettersi in cammino: "Qual è la mia parte, e come posso io cambiare la situazione?".
Il rischio è l' indifferenza. "Mi angustiano le persone che non pensano, che sono in balia degli eventi. Vorrei individui pensanti. Solo allora si porrà la questione se siano credenti o non credenti". Per questo il fondamento dell' educazione cristiana è la Bibbia: "Non pensare in modo biblico ci rende limitati, ci impone dei paraocchi". Non si coglie "l' ampiezza della visione di Dio". Perché "l' uomo, e anche la Chiesa, corre sempre il rischio di porsi come un assoluto. Dobbiamo imparare a vivere la vastità dell' "essere cattolico"". Sapendo che "non puoi rendere Dio cattolico". Gesù tratterebbe la Chiesa attuale come i farisei? "Sì", risponde il cardinale: erano i suoi "amici" e Gesù "li amava". C' è chi nasce postumo, diceva Nietzsche. Di quello che Martini definisce "un piccolo libro" si parlerà per anni. L' importante è capire come la parola "critica", qui, non abbia un senso "politico", negativo: ha il valore essenziale che le può attribuire uno studioso di "critica" testuale delle Scritture. Quando padre Sporschill gli ricorda la storiella ricorrente del Martini "antipapa", lui sorride: "Sono, semmai, un ante-papa, un precursore e preparatore per il Santo Padre".
Vecchi Gian Guido -(21 ottobre 2008) - Corriere della Sera Pagina 40
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