Il mistero, infatti, e cioè il divino che permea ogni realtà, non si offre alla nostra intelligenza alla quale risulta per lo più accecante, ma alla nostra capacità di stupore. Si narra, nel libro dei Giudici, che Manoach, il futuro padre di Sansone, all’angelo che per la seconda volta lo rassicurava in ordine alla nascita di un figlio tanto desiderato quanto inatteso, rivolse questa domanda: «“Come ti chiami, perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?”. L’angelo del Signore gli rispose: “Perché mi chiedi il nome? Esso è meraviglia”» (Gdc 13,18).
Antonio Gentili
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