Da quando, un giorno, lui mi ha chiesto, del tutto inaspettatamente, d’insegnargli a pregare, Mohammed ha preso l’abitudine di venire a intrattenersi regolarmente con me. È un nostro vicino. È così che è sorta una lunga storia di condivisione. Spesso mi è capitato di tagliare corto con lui, o di passare dei finesettimana senza vederlo, quando gli ospiti erano troppo numerosi e assorbivano tutto il nostro tempo.
È stato così che un giorno ha trovato la formula per richiamarmi all’ordine e sollecitare un incontro:
“È molto tempo che non scaviamo il nostro pozzo!”.
L’immagine è rimasta.
E noi la usiamo quando sentiamo il bisogno di conversare in profondità.
Una volta, a mo’ di scherzo, gli ho posto una domanda:
“E in fondo al nostro pozzo, cosa troveremo? Dell’acqua musulmana o dell’acqua cristiana?”.
Lui mi ha guardato, mezzo triste e mezzo ridanciano:
“ Camminiamo insieme da tanto tempo, e nonostante ciò tu mi fai ancora questa domanda!... Tu sai bene ciò che si trova in fondo a quel pozzo, è l’acqua di Dio!”.
(Christian de Chergé).
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