Per quale motivo la vigilanza, cioè la trepida attesa del Signore che viene, genera un'etica della responsabilità rispetto alle cose di questa terra, in particolare rispetto ai problemi e agli impegni della vita sociale e politica?
Perché la percezione che l'Amore di Dio intimamente presente in ogni cosa, universalmente all'opera nel creato e luminosamente trasparente in ogni valore è prossimo a manifestarsi nella mia vita e nella storia, mi libera dalla paura di dispiacere e dall'ansia di piacere agli altri, dall'ossessione del loro plauso, dal miraggio di un successo mondano fatto di potere o di denaro. Si attua nel mio cuore una libertà rispetto al godimento delle cose di quaggiù che viene dall'anticipata presenza, nella speranza e nell'attesa, del godimento pieno e definitivo della bontà e bellezza di Dio.
Il nuovo slancio dato alla vita mediante lo sguardo rivolto all'eternità scioglie dagli impacci delle convenzioni permette uno sguardo e un agire libero rispetto ai beni, alle istituzioni, allo stesso consenso sociale. E chi ha responsabilità politiche non sarà schiavo del consenso sociale, bensì un "ministro", cioè un saggio servitore, preoccupato del bene di tutti.
La vigilanza nell'attesa del futuro affranca, infatti, il cuore dalla servitù del presente (del successo, del danaro, della fama) e permette di vivere l'oggi con rispetto verso l'altro. E una mentalità, prima ancora che una serie di comportamenti concreti; è un atteggiamento di responsabilità e di attenzione per la cura della cosa pubblica. C'è da chiedersi in che modo un abituale disinteresse per il bene comune scoraggi i cittadini e i responsabili della cosa pubblica. Ci si può pure domandare come sia possibile sottrarsi alla deriva dell'interesse egoistico e della faziosità - che inducono a disgregazione nel tessuto politico e sociale - quando la formazione del consenso è sistematicamente perseguita attraverso la vischiosità di legami clientelari o pressioni di carattere corporativo.
Ci troveremmo oggi così amareggiati e indignati per tante situazioni incresciose che offuscano la nostra vita politica e amministrativa, se fossimo stati un pò più vigili, se avessimo alzato lo sguardo, allargando gli orizzonti oltre le comodità o l'interesse immediato? Ciascuno è chiamato a interrogarsi, a mettersi in discussione, a chiedere conto a se stesso delle proprie eventuali responsabilità, non solo attive, ma pure di omissione o di semplice distrazione. Vediamo qualche esempio.
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