Vegliate… ossia scrollatevi di dosso quel torpore che non permette di riconoscere ciò che accade nel profondo della propria storia.
Vegliate… ossia uscite da un modo superficiale di consumare l’esistenza e accettate la sfida di una ricerca, di un ascolto, di un confronto. La vigilanza, infatti, è ciò che ci permette di essere ancorati al nostro presente senza mai diventarne schiavi, ci rende figli del nostro tempo ma non ci soggioga al contingente. È ben altro ciò per cui siamo fatti e verso cui siamo incamminati. L’incontro con il Signore.
Vegliate… ossia vincete la tentazione di far sì che sia il capriccio di un momento a dettare le scelte del quotidiano.
Quando la vita è trascorsa secondo il filone dell’opaca normalità, il rapporto con il Signore è relegato ad alcuni ambiti e ad alcuni momenti. Le tante incombenze del quotidiano finiscono per soffocare il desiderio di stare alla sua presenza e di lasciare che essa informi tutti gli ambiti della nostra vita.
Ritenere che questo nostro mondo sia eterno è semplicemente illusorio. Credere che tutto e il contrario di tutto si equivalgano è soltanto un inganno.
Vegliare… ossia:
crescere nella consapevolezza di sé e di ciò che circonda,
cogliere in profondità il senso dell’esistenza propria e di quella altrui,
maturare un atteggiamento di benevolenza nei confronti della storia e della creazione,
riconoscere il bene all’opera sempre e comunque senza lasciarci ingannare da una lettura superficiale che si fermi all’apparenza,
imparare a meravigliarsi.
Antonio Savone
Riscoprire il perché – Prepararsi alla liturgia domenicale (I di Avvento)
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