Troppe comunità ideali non riescono a continuare
la corsa nel tempo della crisi e della delusione
perché non sono capaci di scrivere e raccontare nuove storie,
perché non trovano forze spirituali e morali
per rielaborare il grande dono del capitale narrativo dei primi tempi.
Non capiscono –
per mancanza di profeti,
o perché ci sono e non li riconoscono,
o perché li zittiscono per paura di perdere l’identità –
che la prima operazione collettiva da compiere è
cercare di scoprire e
poi raccontare le nuove storie che stanno nascendo
dentro il loro tempo presente ferito e deluso,
che si aggiungano e alimentino l’antico capitale.
Perché Francesco continui a fare ora gli stessi miracoli nella sua Assisi, e di più grandi,
non basta il racconto del bacio al lebbroso:
c’è bisogno dei racconti vivi di Fra’ Enrico e Suor Marina
che abbracciano e baciano i lebbrosi di oggi.
E invece molte volte le comunità si spengono
appena termina la rendita del primo capitale narrativo del tempo della prima promessa,
per carestie di nuovi racconti.
In ascolto della vita/26 -
A ogni casa e a ogni comunità serve sempre aria nuova
di Luigino Bruni
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