sabato 19 giugno 2010

un brivido di piacere, subito scacciato ma mai assente

 Da Un terribile amore per la guerra, di James Hillman  l'inizio: "C'è una battuta in una scena del film Patton, generale d'acciaio, che da sola riassume ciò che questo libro si propone di capire. Il generale Patton ispeziona il campo dopo una battaglia. Terra sconvolta, carri armati distrutti dal fuoco, cadaveri. Il generale solleva tra le braccia un ufficiale morente, lo bacia e, volgendo lo sguardo su quella devastazione esclama: «Come amo tutto questo. Che Dio mi aiuti, lo amo più della mia vita»."
La frase mi ha suscitato prima un moto di repulsione: "Come si fa ad amare più della propria vita uno spettacolo così orrendo?". Poi mi sono accorto che quella frase (o meglio, qualcosa di molto equivalente) non l'ho mai detta ma l'ho provata molte volte. Ogni volta che, vedendo una scena di battaglia (nei film, fortunatamente non ne ho avuto esperienza diretta), l'epicità, l'identificazione col "giusto" del momento, il fascino oscuro della morte gloriosa (e chi più ne ha più ne metta), ha fatto salire in me un brivido di piacere, subito scacciato ma mai assente. E allora mi sono immerso nella lettura di Hillman, per vedere se riuscirò mai a sconfiggere quel brivido colpevole. http://ilibrintesta.splinder.com/home?from=393

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