Christian Bobin, L'equilibrista, 35
lunedì 5 luglio 2010
cambiamento
Un altro segno della primavera, di ciò che io chiamo così, è che, quando arriva, non ci raccapezziamo più. Diventiamo persone, come si dice, superate: spiazzate. Provi a pensare a un invitato che, senza avvertirla, prima che lei abbia avuto il tempo di provvedere per lui, si metta sulla sedia da lei preferita. Tutti hanno a casa una sedia preferita. Sul momento prova un leggero disappunto. Ma poi, molto presto, arriva la frescura. Non è cambiato quasi nulla e quel quasi nulla muta ogni cosa. Lei prende una sedia diversa dalla solita, ha dinanzi a sé un altro paesaggio, si trova sempre bene in casa sua, sì, ma vi sta nel più bello dei modi: di passaggio. Ci abituiamo troppo in fretta a ciò che abbiamo. Grazie a Dio, la primavera arriva talvolta a riportare un po' di disordine in tutto questo, scopriamo di non aver mai avuto nulla di proprio e questa scoperta è la cosa più gioiosa che io conosca.
Christian Bobin, L'equilibrista, 35
Christian Bobin, L'equilibrista, 35
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