(ma soltanto nel modo in cui ignorarlo
è una forma di conoscenza)
che, come anche il silenzio
dev’essere una parte del dire, che come anche
la visione del cielo
è una parte del cielo,
una nube interiore, molto simile
a quella errante e quieta nel mattino
fatta di intrecciata trasparenza,
si eleva alla visione
di quel nulla che siamo, e che è pur tutto.
E la visione umana
arriva a trasformarsi in esperienza
di questo nulla che sta in nessun luogo.
E’ una nube. Soltanto
dopo anni avrei saputo che il suo nome,
fra gli altri nomi esatti che la chiamano
e il nome conseguito da ogni nome,
è la nube chiarissima
del non sapere, nube
che sta dentro l’amore
e la contemplazione. Ed è una nube
oscura e chiara a un tempo,
fatta d’un accecante oscurità.
In questo tempo iniziai a percepire
l’ombra di quella nube,
davanti, molto spesso
precedendo i miei passi,
e seguirla fu a volte
un atto di innocenza.
Era soltanto un’ombra, e percepivo
già il suo potere, in fondo.
E quella nube, quella
ombra del non sapere era un sapere.
(“X Cominciavo a sapere ” / IL LIBRO, OTRE LA DUNA – Andrés Sánchez Robayna)
Dì tutta la verità ma dilla obliqua
Di’ tutta la verità ma dilla obliqua -il successo è nel cerchio -
sarebbe troppa luce per la nostra
debole gioia
la superba sorpresa del vero -
Come il lampo è accettato dal bambino
se con dolci parole lo si attenua -
così la verità può gradualmente
illuminare – altrimenti ci accieca -
(Poesia n. 1129 Emily Dickinson)
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