domenica 18 luglio 2010

Gesù appariva allora come colui che disturba...oggi IL POVERO DISTURBA!!

LETTERA DELLA TENEREZZA DI  DIO 
IL POVERO DISTURBA!!
                 Ognuno di noi può rendersi conto che i più poveri non sono al cuore della Chiesa visibile ma ne sono lontani. Questa è una realtà che ferisce molto, è la più grande delle divisioni ed è a partire da queste parti più povere e più ferite che Gesù vuole ricostruire il suo corpo.
                Gesù è morto perché voleva mettere il povero al cuore della comunità. I lebbrosi, la gente sporca e ripugnante a quei tempi erano esclusi dal tempio. Gesù appariva allora come colui che disturba.
                Sappiamo quanto sia grande la lotta all’interno di noi stessi, perché la via discendente ci fa incontrare il povero e il povero ci disturba. Infatti, non si tratta di fare qualcosa per lui ma di entrare in relazione con lui e non sappiamo dove ci porterà tutto questo, perché ci chiederà qualcosa che non vorremmo. Vivere un’alleanza con il povero significa mettersi in comunione con lui e diventare vulnerabili, significa perdere la propria libertà per acquistare una nuova libertà, quella dell’amore. Il povero rimane pericoloso; chiama al cambiamento, ad una trasformazione, ad una conversione radicale.
                Mi ricordo che un giorno a Parigi sono stato avvicinato da una donna che aveva l’aria fragile e ferita. Mi chiedeva dieci franchi. Ho voluto sapere il perché e mi rispose che era appena uscita dall’ospedale psichiatrico e che era malata. Abbiamo iniziato a parlare e a un certo punto mi sono reso conto che se continuavo sarebbe diventato troppo pericoloso perché di certo l’avrei invitata a pranzo e non avrei più potuto lasciarla per la strada. E ho sentito salire dentro di me ogni sorta di potenza che mi diceva di fermarmi. Le ho dato dieci franchi e sono andato all’appuntamento che avevo.
                Se ci si avvicina troppo al povero si perde la propria libertà personale. A un certo punto si arriva ad una svolta senza ritorno che cambia la nostra vita. Mi sono reso conto che facevo esattamente come il prete e come il levita della storia del buon samaritano che hanno continuato la loro strada fino a Gerico. Abbiamo fatto tutti questa esperienza.
                La via discendente ci porta al povero che grida ed è una strada molto pericolosa. Non parlo soltanto delle persone che hanno un handicap ma anche di quel tale o tal altro assistente del mio focolare che piange o si arrabbia e che porta dentro di sé la fragilità umana. Avvicinarsi a lui può essere molto pericoloso ed è preferibile allontanarsi. A volte è molto più facile dare dei soldi ad un povero piuttosto che avvicinarsi a lui.
                                                                                                                              JEAN VANIER

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