lunedì 7 marzo 2011

La fortezza è allora molto necessaria oggi e tutti i giorni

...tutti noi abbiamo momenti di paura, di ansia, di angoscia. Chi non soffre, nel compiere il bene, tentazioni di ripugnanza, di disgusto? chi non è a volte legato dalla timidità, soprattutto in situazioni pubbliche difficili? Spesso la paura ci impedisce di compiere ciò che sappiamo essere bene o giusto, oppure non ci permette di parlare. Noi preferiamo usare i termini "conformismo" e "rispetto umano"; ma si tratta, in realtà, di paura.
...

In quale modo possiamo vincere le paure, superare il rispetto umano, mostrare coraggio?
Enuncio  cinque tesi:
1. la fortezza suppone la nostra vulnerabilità; posso, cioè, essere forte e coraggioso perché sono vulnerabile.
2. La fortezza è riferita, in ultima analisi, all'ultima vulnerabilità dell'uomo: la morte. La fortezza è, appunto, la virtù che ci fa superare la paura della morte.
3. Di conseguenza, per il cristiano la fortezza si riferisce in maniera privilegiata al martirio: dare la vita, affrontare la morte per il sommo bene e per evitare il sommo male che è il peccato, la perdita della fede, il tradimento di Dio.
4. La fortezza non è semplicemente una forma di audacia, di spavalderia che fa stringere i denti in uno sforzo eroico. È, invece, un abbandonarsi in pace a Dio, sapendo che siamo deboli, fragili; è distensione del cuore, pace interiore.
5. La fortezza si esprime al meglio nel resistere, nel vivere la virtù cristiana della pazienza, e non nell'aggressività dell'attacco (si è forti perché si attacca). La grandezza d'animo del cristiano e la sua magnanimità si rivelano nella paziente fortezza.
...È una grazia da implorare quotidianamente con umiltà, sapendo che non possiamo acquistarla puramente con le nostre forze, dal momento che siamo segnati dal peccato originale, dalla paura, dal compromesso, dall'egoismo.
...San Tommaso, citando Aristotele, scrive: "È principalmente nel resistere alla tristezza che alcuni sono detti forti". Resistenza quindi alla tristezza, al tedio, all'accidia, che ostacolano il compimento del bene...
....c'è la quotidianità, nella quale dobbiamo resistere nel nostro dovere, nel nostro lavoro, nel fare il bene malgrado tristezze, fatiche fisiche, psicologiche, malinconie, forse nostalgie di situazioni diverse. Dobbiamo resistere nel bene non solo quando ci sono i nemici interni, come appunto la fatica e la frustrazione, ma pure quando i nemici vengono dall'esterno: incomprensioni, maldicenze, strumentalizzazioni, calunnie. E dobbiamo resistere nella pace, perché è questo il dono della fortezza.
La fortezza è allora molto necessaria oggi e tutti i giorni. È necessaria soprattutto in una società molle, flaccida, paurosa, in cui ci si spaventa di fronte alla prima difficoltà, nello studio, nel lavoro, nella vita coniugale, nella vita comunitaria. È virtù di tutti i giorni, perché non c'è bontà senza fortezza, non c'è giustizia senza questa capacità di resistere al logorio quotidiano. Proprio nella quotidianità si esprime la magnanimità del cristiano, la sua capacità di sopportare, per amore e con la grazia di Dio, situazioni pesanti e ingrate.
...la stessa salute psicologica viene minata dalla mancanza di fortezza. Perché chi è debole e, anziché chiedere a Dio il dono della fortezza, si lascia vincere dalla scontentezza, dalla divisione interne, o chi crede di essere forte e perciò è ancora più debole, finisce per logorare il suo fisico e la sua psiche.
In Dio solo è la nostra fortezza. Tu .sei la mia fortezza, il mio baluardo, il mio scudo di salvezza: tu solo, Signore!
Carlo Maria Martini LE VIRTÙ-
LA FORTEZZA

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