Sorge spontanea dal cuore di Etty una preghiera inestricabilmente connessa ad un impe- gno: Concedimi pazienza, mio Dio, concedimi una pazienza del tutto nuova… farò del mio meglio. Molti uomini sono ancora geroglifici per me, ma pian piano imparo a decifrarli. E’ la cosa più bella che conosca: leggere la vita degli uomini (204). Quella di Etty è una lettura, un continuo decifrare geroglifici in attesa di imparare la lingua nuova della carità e dell’amore universali.
E l’Accademia per questo ap-prendimento, per questo raffinamento delle capacità di "lettura" di Etty non sarà altro che il campo di Westerbork dove è come se mi trovassi davanti al nudo steccato della vita. Davanti alla sua ossatura, libera da qualsiasi costru- zione esterna. Mio Dio, ti ringrazio perché mi insegni a leggere sempre meglio (204). Sembra che ad Etty non sia sufficiente essere sempre più in grado di porsi davanti all’umanità come davanti ad una misteriosa stele tutta da decifrare, in lei si fa urgente il desiderio di comunicare questa capacità, questo atteggiamento di lettura accurata, scevra da ogni pre-giudizio e pre-comprensione: Come posso far sì che anche altri leggano dentro a tutte quelle persone – persone che devono essere decifrate come geroglifici, tratto dopo tratto - finché non ci si trovi davanti ad un unico, grande e comprensibile insieme, incorniciato da cielo e brughiera? (208).
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