La Parola odierna
ritorna su un tema che abbiamo toccato ieri
sotto un certo punto di
vista
e che oggi ci viene riproposto sotto un altro.
Si tratta dei
segni che accompagnano la conversione dell’uomo.
Le letture di
questi giorni ci hanno messo in guardia
dinanzi alla possibilità di
ingannarci,
perché la conversione non è mai un fatto soltanto
interiore,
che si svolge nel segreto della coscienza,
ma è un evento
che porta inevitabilmente con sé dei fenomeni esterni e visibili.
Uno di essi è il cambiamento della qualità dei rapporti con il
prossimo,
nel senso che la relazione con l’altro diventa
un’esperienza fondamentalmente ispirata dall’amore.
Per una
persona che sperimenta la realtà della conversione
è quasi
impossibile, da quel momento in poi,
trattare gli altri con
indifferenza,
esercitare la propria professione senza una grande
attenzione alla persona umana,
e, più in generale, ciò che accade è
lo scioglimento di tutte quelle forme di indurimento,
che ostacolano
una relazione con gli altri autenticamente umana.
La qualità
dell’amore del prossimo è però solo uno dei segni
che
accompagnano la grazia della conversione,
manifestandola nei suoi
effetti visibili.
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