Il racconto della vicenda di Susanna dimostra pure che Dio non lascia
mai in balia di un giudizio ingiusto i suoi servi. La preghiera di
Susanna non cade nel vuoto, quando si rivolge a Dio dicendo: “Dio
eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che
accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me. Io muoio
innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me”.
È una preghiera breve, sobria, fatta di parole essenziali, che
dicono tutta la sua realtà personale di rettitudine e nello stesso
tempo tutta la sua grande statura, come grandi sono tutti coloro che
vivono nella luce di Dio. “Il
Signore ascoltò la sua voce e mentre Susanna era condotta a morte il
Signore suscitò il santo spirito di un giovinetto chiamato Daniele”.
La preghiera di Susanna non cade dunque nel vuoto. Il Signore ascolta
il grido dei suoi servi e suscita un intercessore che in quel momento
riapre il processo, capovolgendo i termini dell’accusa, in modo
tale che coloro che testimoniavano contro di lei si ritrovano invece
essi stessi sul banco degli imputati. È in fondo quello che Cristo
annuncia dello Spirito come Colui che convince il mondo quanto alla
giustizia, quanto al giudizio, quanto al peccato. Lo Spirito riapre
infatti il processo a Gesù, e lo riapre nelle coscienze degli uomini
per capovolgere i termini della questione, perché sia chiaro che i
veri colpevoli sono coloro che lo hanno condannato.
Don Vincenzo Cuffaro
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