Nella prima lettura questa venerazione della Parola di Dio, che
introduce nel discepolato, si coglie in Abramo attraverso il suo
silenzio; di lui infatti non è riportata alcuna parola. In tal modo
Abramo anticipa l’atteggiamento del discepolato, in quanto non
sovrappone alla Parola di Dio la propria. Egli non pronuncia alcuna
parola umana di fronte alla Parola di Dio, come un vero discepolo
resta prostrato nella venerazione della Parola, accoglie quello che
Dio gli svela come pure quello che gli nasconde. La rivelazione
destinata ad Abramo riguarda, infatti, alcune cose, che egli accoglie
così come gli sono date. E non presume di sapere di più. La lettura
di Genesi si conclude con l’esortazione: “Da
parte tua devi osservare la mia alleanza”. Questo tema
dell’Alleanza osservata, e del discepolato nei confronti della
Parola, ritorna intatto nel discepolato personale di Gesù, che, come
uomo, vive un suo discepolato rispetto al Padre. Come Verbo Egli è
identico al Padre, ma in quanto uomo gli è inferiore. Infatti,
parlando ai Giudei, Cristo si esprime con una impressionante
sincerità:
“Se dicessi che non
lo conosco sarei come voi un mentitore. Ma lo conosco e osservo
la sua parola”.
Ciò implica che l’osservanza della
Parola di Dio è compiuta persino da Cristo, nella sua veste umana di
Messia; Egli, che nei nostri confronti è l’unico Maestro, nei
confronti del Padre è il primo discepolo, primo custode della sua
Parola. Se da un lato Cristo si presenta come discepolo del Padre - e
in forza del suo discepolato Egli diventa appunto il Maestro
dell’umanità -, dall’altro lato assume esplicitamente una
posizione di uguaglianza rispetto al Padre:
“Prima
che Abramo fosse Io
Sono”.
A nessuno che conosca bene il libro dell’Esodo
può sfuggire che la formula “Io Sono” è il nome di Dio rivelato
a Mosè sul Sinai. Cristo non ha commesso qui un errore di sintassi,
è piuttosto il linguaggio umano a mostrare la sua incapacità di
dire l’inesprimibile. Cristo non “era” prima che Abramo fosse,
ma semplicemente “è”. Inoltre, attribuendo alla sua Parola una
potenza di vita, ossia una efficacia capace di mutare la realtà, è
chiaro che la sua posizione viene a coincidere con quella del Dio
d’Israele.
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