martedì 22 aprile 2014

Tale forza operante nella parola di Pietro è determinata dal fatto che egli annuncia con fedeltà e con precisione quello che riguarda Gesù Cristo, senza perdersi in argomenti buoni ma collaterali o in moralismi senza consistenza.


Nel brano degli Atti è la figura di Pietro l’immagine corporativa che personifica l’azione della Chiesa come prolungamento dell’opera del Messia. In questa figura rappresentativa cogliamo innanzitutto la necessità del ministero della Parola, che è fondamentale per la vita della Chiesa. Il modo ordinario con cui la Chiesa prolunga nel tempo l’azione salvifica di Cristo è l’annuncio del vangelo. Tutte le altre azioni pastorali arrivano dopo e acquistano senso e validità in forza dell’evangelizzazione; tolta l’evangelizzazione, la vita cristiana si muterebbe in un cumulo di consuetudini e di riti di tipo meccanico. Infatti, non a caso il testo odierno comincia con un annuncio e si conclude con il battesimo, non il contrario: Pietro non inizia battezzando per poi concludere evangelizzando. Non c’è dubbio che la posizione degli elementi abbia un valore pastorale di estremo significato per l’azione della Chiesa. Ci chiediamo perciò: in che modo l’evangelizzazione viene presentata nel brano odierno? Rispondiamo così: l’evangelizzazione è presentata qui come un servizio alla Parola, compiuto nella più totale fedeltà a Cristo crocifisso e risorto. Il discorso di Pietro non si perde in una serie di osservazioni moraleggianti o esortative ma va direttamente al centro della fede cristiana: “Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!” (v. 36). E poco più avanti: “All’udire tutto questo si sentirono trafiggere il cuore” (v. 37). La Parola annunciata da Pietro ha dunque una particolare forza di penetrare le coscienze come una spada che trafigge. Tale forza operante nella parola di Pietro è determinata dal fatto che egli annuncia con fedeltà e con precisione quello che riguarda Gesù Cristo, senza perdersi in argomenti buoni ma collaterali o in moralismi senza consistenza. 
Don Vincenzo Cuffaro

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