At 14,5-18 “Vi
predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio Vivente”
Salmo 113 “A
te la gloria, Signore, nei secoli”
Gv 14,21-26 “Lo
Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni
cosa”
Nel
vangelo odierno è riportata una affermazione di Cristo che
identifica l’amore e l’ubbidienza. In seguito alla domanda di un
Apostolo, il Maestro risponde dicendo che tutti quelli che lo amano
osservano la sua Parola. La domanda era questa: “Signore,
come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”
(v. 22). Nella sua risposta, Gesù gli fa comprendere che non c’è
un ambito esclusivo per la sua manifestazione, e che là dove c’è
uno che lo ama e che si apre alla rivelazione della verità di Dio,
lì Cristo si manifesta. Questo medesimo tema della rivelazione di
Dio, il quale ama manifestarsi a coloro che lo cercano con cuore
sincero - e lo fa senza porre confini, o categorie, o limiti
prestabiliti - viene presentato nel testo degli Atti sotto l’aspetto
concreto dell’evangelizzazione, dinanzi alla quale gli uomini
effettivamente si dividono, in quanto vengono messi nella condizione
di decidere se schierarsi dalla parte del vero Dio o se fare scelte
diverse. La posizione che si prende, quando si è raggiunti dalla
Parola di Dio, determina la possibilità di progredire nella
conoscenza di Dio e nella manifestazione di Gesù Cristo, oppure il
suo contrario. Dall’indifferenza e dalla chiusura nei confronti
della Parola che risuona nella predicazione apostolica, deriva una
impossibilità, per il Signore, di continuare a rivelare Se Stesso.
Dunque, l’insegnamento centrale della Parola odierna è questo: da
un lato, il vangelo afferma che Dio, senza restrizioni e senza
confini, si manifesta a tutti coloro che lo cercano; dall’altro
lato, nel testo degli Atti si dimostra concretamente come
l’evangelizzazione - che è il canale ordinario della rivelazione
di Dio - possa andare a vuoto, quando i destinatari assumono una
posizione di ostilità e di sospetto verso la Parola.
Don Vincenzo Cuffaro
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