La nota della gioia è rilevata più volte da Luca. La
gioia accompagna sempre la conversione ed è un segno d’autenticità
della conversione stessa. Così come la gioia accompagna gli Apostoli
nelle loro tribolazioni: “si
allontanarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati nel nome
di Gesù”. Nell’ultima cena, Cristo aveva promesso una
pace che non è di questo mondo (cfr. Gv 14,27), una pace che quindi
non può essere scalfita neppure dall’ostilità di tutto
l’universo. Il discepolo è un uomo libero, che non è turbato da
ostilità alcuna: la pace gli rimane dentro, perché gliela dà Dio.
Don Vincenzo Cuffaro
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