Dice la sera: “Ho una gran sete d’ombra!”
Dice la luna: “Io ho sete di stelle”
La fonte cristallina chiede labbra
ed il vento sospiri.
Io ho sete di profumi e di risate.
Sete di canti nuovi
senza luna né gigli,
e senza amori morti.
Un canto mattutino che increspi
i ristagni tranquilli
dell’avvenire. E riempia di speranza
le sue onde e i suoi fanghi.
Un canto luminoso e riposato
ricolmo di pensiero,
verginale d’angosce e di tristezze,
verginale di sogni.
Canto che riempia senza carne lirica
di risate il silenzio.
(come uno stormo di colombe cieche
lanciate nel mistero).
Canto che vada all’anima delle cose
e all’anima dei venti
e che riposi infine nella gioia
di questo cuore eterno.
Vega de Zujaira, agosto 1920
(“Canti nuovi” Federico García Lorca)
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