mercoledì 19 maggio 2010

LA PAZIENZA, UNITA ALLE ALTRE VIRTÙ

Bisogna tollerare con pazienza non solo di essere ammalati, ma anche di esserlo della malattia che Dio vuole, dove egli vuole, tra le persone che vuole e con i disagi che vuole: e così per tutte le altre sofferenze. Quando sopraggiungerà il male, adopera pure tutti i rimedi che saranno possibili e conformi al volere di Dio, perché fare diversamente sarebbe tentare la sua divina Maestà. Ma poi, fatto questo, attendi con piena rassegnazione quell'effetto che Dio vorrà. Se a lui piacerà che i rimedi vincano il male, lo ringrazierai umilmente; se invece gli piacerà che il male prevalga sui rimedi, benedicilo con pazienza.
Io sono del parere di S. Gregorio: quando verrai accusata giustamente per una colpa da te commessa, umiliati profondamente e confessa di meritare l'accusa mossa contro di te. Se invece l'accusa è falsa, scusati in bel modo, negando di essere colpevole, perché devi questo riguardo alla verità e all'edificazione del prossimo: se però, dopo la tua vera e legittima scusa, continuano ad accusarti, non turbarti e non cercare di fare accettare la tua scusa, perché - dopo aver reso omaggio alla verità devi renderlo anche all'umiltà. In questo modo non verrai meno alla sollecitudine che devi avere per la tua buona fama, né all'affetto che devi nutrire verso la tranquillità, la dolcezza del cuore e l'umiltà.
Lamentati il meno possibile dei torti ricevuti perché è certo che, in genere, chi si 'lamenta cade in qualche peccato, dato che il nostro amor proprio ci fa sempre sentire le ingiurie più grandi di quanto non siano: ma soprattutto non lamentarti con persone facili a sdegnarsi e a pensar male. Se fosse opportuno dolerti con qualcuno - o per rimediare all'offesa o per calmare il tuo spirito - devi procurare che ciò avvenga con anime miti e che amano veramente Dio, perché altrimenti, invece di sollevarti il cuore, lo getterebbero in maggiori inquietudini e invece di cavarti dal piede la spina che ti punge, te la ficcherebbero dentro più di prima...
Il vero paziente non piange il suo male, né desidera di essere compianto dagli altri, ma ne parla con un linguaggio schietto, verace e semplice, senza lamenti, senza rammarichi, senza esagerazioni. Se lo compiangono, lo sopporta pazientemente, tranne quando lo compatiscono di un male che non ha; perché allora dichiara modestamente che non ha quel male e se ne sta tranquillo tra la verità e la pazienza, dicendo il male che ha, senza lagnarsene... Quando sarai malata, offri tutti i tuoi dolori, pene e debolezze a Nostro Signore e supplicalo di unirti ai tormenti che egli ha sofferto per te. Obbedisci al medico, prendi le medicine, gli alimenti e gli altri rimedi per amore di Dio, richiamando alla mente il fiele che Gesù ha preso per nostro amore. Desidera ,di guarire per servirlo; non rifiutare di patire per obbedirgli e sii disposta anche a morire se così gli piace, per lodarlo e godere in lui.

* Introduction à la vie dévote, parte 3", cap. 3° - Edizione completa delle Visitandine - tomo 3 - pp. 133-138.

San Francesco di Sales *
Nato nel 1567 nei pressi di Annecy, Francesco di Sales diede, giovanissimo, i segni di una vocazione all'apostolato sacerdotale. Divenuto sacerdote dopo gli studi a Parigi e a Padova, è dapprima prevosto della Chiesa di Ginevra e predica agli abitanti del Chablais per ricondurli al cattolicesimo. Nel 1602 è elevato al seggio episcopale di Ginevra. Sotto la sua direzione S. Giovanna di Chantal fonda la Visitazione. Morì in un monastero di questo Ordine, a Lione, nel 1622.
La dolcezza, l'affabilità, la carità e una deliziosa bonarietà appaiono dappertutto nella sua vita e nei suoi scritti, ma nascondono un temperamento ardente che ha saputo pacificarsi aprendosi alla grazia di Dio

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