Il funzionario si reca da Gesù non per esprimergli la propria
adesione personale, ma perché ha un figlio malato e desidera che
guarisca. Ha udito quello che Gesù aveva operato a Gerusalemme
durante la festa di Pasqua e spera che faccia qualcosa anche per suo
figlio. La risposta di Gesù è indicativa dell’animo con cui il
funzionario regio gli si è avvicinato: “Se
non vedete segni e prodigi voi non credete”. Cristo parla al
plurale, perché il funzionario condivide lo stesso atteggiamento di
tutta la classe dirigente giudaica, che chiederà ripetutamente a
Gesù dei segni per poter credere. A livello personale, poi, c’è
un’evidente contraddizione: quella classe dirigente che si manterrà
ostile a Cristo fino all’ultimo, e gli negherà in Gerusalemme
qualunque riconoscimento, ricorre però a Lui quando, trovandosi in
grave necessità, non rimane alcuna speranza se non il suo intervento
salvifico. Cristo condanna apertamente l’atteggiamento di chi lo
cerca per ricevere un beneficio, senza curarsi di ridefinire la
propria vita nell’ubbidienza della fede. Tuttavia il beneficio non
è negato. Il valore altissimo della persona umana è sempre posto da
Gesù come obiettivo prioritario del suo ministero messianico. E se
da un lato Egli disapprova il funzionario che cerca i benefici di
Cristo senza cercare Cristo, dall’altro lato, la sua compassione lo
muove a guarire l’innocente colpito dalla malattia.
Don Vincenzo Cuffaro
Don Vincenzo Cuffaro
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