Nei due brani biblici odierni si coglie una evidente allusione alla
Passione di Cristo, che si presenta sotto diversi aspetti.
Innanzitutto il riferimento profetico:
la figura di Geremia è una
prefigurazione del Messia sofferente;
egli incarna nell’ambito
della profezia veterotestamentaria il tema sapienziale del giusto
perseguitato.
Tuttavia, il profeta Geremia presenta delle
prospettive, a questo proposito, che saranno superate ampiamente
dalla rivelazione neotestamentaria, come ad esempio l’attesa della
vendetta e del castigo che possa abbattersi sui nemici;
il profeta va
incontro alla persecuzione che si scatena contro di lui affidando a
Dio la propria causa (cfr. v. 20), ma anche con il bisogno molto
umano di vedere la vendetta di Dio, e la sua giustizia, colpire i
nemici.
Al contrario, Cristo assume una posizione ben diversa:
pur
affidando a Dio la sua causa, non avrà alcuna sete di vendetta, non
avrà bisogno di attendere la mano punitrice di Dio sui suoi nemici,
ma sarà piuttosto Lui stesso la vittima espiatrice, accettando di
subire personalmente la punizione degli empi, per liberare l’umanità
dallo stato di colpevolezza davanti a Dio.
Nello stesso tempo, il
testo di Geremia allude ad una accettazione consapevole del dolore
che inevitabilmente si connette al servizio di Dio: “Il
Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; allora mi ha aperto
gli occhi sui loro intrighi” (v. 18). Ciò significa che il
profeta va incontro alla persecuzione con una luce di discernimento,
con uno svelamento del suo destino di sofferenza, non in forza di
conoscenze umane, ma in forza del fatto che Dio gli concede di aprire
gli occhi sulle trappole collocate sul suo cammino e dietro le svolte
del suo ministero.
Dall’altro lato, la sua condizione di agnello
mansueto non gli permette di comprendere fino in fondo la malizia dei
suoi avversari: “Ero come
agnello mansueto che viene portato al macello” (v. 19).
Chi
ha pensieri e sentimenti puri non riesce a vedere la malizia intorno
a sé, così come vede ombre anche nelle cose più innocenti colui
che ha il cuore turbato dalle passioni disordinate.
L’immagine
dell’agnello è un altro punto di contatto ravvicinato col NT:
è
appunto la figura applicata in particolare dal vangelo di Giovanni
alla Passione di Cristo.
Don Vincenzo Cuffaro
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