At
8,1-8 “Andavano per il paese e diffondevano la Parola di Dio”
Salmo
66 “Grandi sono le opere del Signore”
Gv
6,35-40 “Questa è la volontà del Padre: chiunque vede il Figlio e
crede in lui abbia la vita”
In entrambi i testi della liturgia odierna viene
sottolineato che Dio “non è il Dio dei morti, ma il Dio vivente, e
tutti vivono per Lui”, per utilizzare un detto di Gesù ai
sadducei; Egli agisce in favore della vita, comunicando la vita.
Così, il testo lucano presenta l’evangelizzazione della Palestina,
e focalizza in particolare la figura di Filippo: il suo passaggio è
un trionfo della vita, è la salute che si irradia intorno al
passaggio dell’Apostolo. Sulla scia dell’annuncio della Parola
del vangelo vengono liberati gli indemoniati, guariti i paralitici:
“Da molti indemoniati uscivano
spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi
furono risanati” (v. 7). Così, ripetutamente, nel testo
evangelico torna il tema della volontà di Dio che è la salvezza
dell’uomo e non la sua rovina: “questa
è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno…
chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo
risusciterò nell’ultimo giorno” (vv. 39-40).
In particolare, il testo degli Atti sottolinea alcuni
aspetti del passaggio della vita, che si realizza sempre laddove il
vangelo viene annunciato nello Spirito. In primo luogo, dal racconto
si evince che la persecuzione accompagna ogni atto di servizio
autentico al Regno di Dio: ogni atto di autentica obbedienza alla
volontà di Dio si scontra con una incomprensibile opposizione, che
assume tante forme, talvolta violente talaltra occulte, esplicite o
implicite. Il mistero dell’iniquità è sempre operante nel mondo e
si erge ovunque a barriera contro la verità del vangelo. Lo stesso
diacono Stefano, che poi verrà lapidato, nel discorso pronunciato
davanti al sinedrio dice: “Quale
dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?” (At
7,52); non c’è nessuno che, incamminatosi autenticamente nelle vie
di Dio, non si scontri prima o poi con il mistero dell’iniquità e
con l’azione segreta e occulta dello spirito delle tenebre. Quando
il cammino cristiano diventa profondo, diventa anche pericoloso per
il regno di Satana; allora cominciano delle lotte, degli impedimenti
in diversi campi, cominciano strane incomprensioni familiari, che
prima della conversione non si erano mai verificate. Insomma, scoppia
una guerra che si combatte principalmente a livello dello spirito.
Luca osserva, però, che l’opposizione dello spirito delle tenebre
contro il vangelo, non fa che aumentare la sua efficacia; l’azione
del Maligno, che tenta di frenare il cammino di santità, non fa
altro che renderlo più veloce, aumentando la santità del
battezzato. Almeno per coloro che sanno affrontare tali tribolazioni
con spirito evangelico. Infatti, dopo avere detto che “In
quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la chiesa”
(v. 1), Luca aggiunge: “quelli
però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano
la Parola di Dio” (v. 4). La diffusione maggiore della
Parola di Dio è, insomma, una conseguenza diretta della
persecuzione che si è scatenata contro la chiesa di Gerusalemme.
Filippo personifica perciò l’efficacia che la Parola di Dio
acquista quando viene combattuta dal suo avversario; ancora una volta
siamo ricondotti fino al cuore del cristianesimo: il “mistero
pasquale”, stupenda strategia con cui il Signore vince attraverso
la sua apparente sconfitta; così come Cristo vince attraversando la
morte, nella stessa maniera, la Chiesa fiorisce tutte le volte in cui
viene colpita.
Don Vincenzo Cuffaro
Nessun commento:
Posta un commento