At
8,26-40 “Filippo annunziò all’etiope la buona novella di
Gesù”
Salmo
65 “La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli”
Gv
6,44-51 “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”
La Parola odierna ruota
intorno ad un detto profetico, citato esplicitamente da Gesù nel suo
discorso rivolto alle folle: “Sta
scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio” (v.
45). Ma l’ammaestramento derivante da Dio non implica un rapporto
solipsistico e personale, che ciascuno debba stabilire con Dio, come
se la persona umana fosse una monade o un’isola indipendente. Il
testo degli Atti, che è accostato oggi al brano evangelico di
Giovanni, sembra voler rispondere a questo problema, a cui non si ci
può sottrarre: l’annuncio profetico indica un tempo in cui tutti
saranno ammaestrati da Dio. Ma in cosa consiste essere ammaestrati da
Dio? Consiste forse in un rapporto autonomo con la verità? Si
tratta di un filo diretto con il Signore, di cui ciascuno può
fruire, o è qualcos’altro?
A
questa domanda risponde il racconto degli Atti, mediante l’incontro
di Filippo con un funzionario della regina di Etiopia. Il loro
incontro è una risposta narrativa alla domanda di partenza: “cosa
significa essere ammaestrati da Dio?”. I versetti chiave di questo
testo lucano ci aiuteranno a cogliere le caratteristiche reali e,
potremmo anche aggiungere, ecclesiali dell’essere ammaestrati da
Dio. Il testo odierno si apre con un’introduzione che suona così:
“In quei giorni, un angelo del
Signore parlò a Filippo” (v. 26). Il contenuto di questa
comunicazione divina è: “Alzati,
e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da
Gerusalemme a Gaza” (v. 26); su questa strada Filippo
incontrerà l’Etiope, funzionario della regina Candace. Qui
troviamo una prima risposta alla domanda su come si è ammaestrati da
Dio. Il Signore manda un messaggero, che in questo caso è Filippo,
per farci conoscere la sua Parola. A sua volta il messaggero, ossia
colui che custodisce la testimonianza della verità del vangelo, non
sceglie né il luogo né il destinatario della sua testimonianza: un
angelo del Signore parlò a Filippo e gli disse: “Alzati
e va verso mezzogiorno sulla strada che discende da Gerusalemme a
Gaza”. L’indicazione è terribilmente particolareggiata
nello spazio e nel tempo: in quel luogo e in quell’ora, Dio ha
predisposto un incontro che sarà l’inizio della salvezza per il
funzionario della regina. Allora, se ci chiediamo di nuovo “Come si
è ammaestrati da Dio?”, possiamo rispondere così: “Mediante i
suoi messaggeri, i quali non scelgono né il luogo, né il tempo, né
i destinatari. E’ Dio che prepara incontri e coincidenze nel tempo
opportuno”.
Don Vincenzo Cuffaro
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