Ludwig Wittgenstein Tractatus logico-philosophicus
...Tuttavia non c'è cosa che giovi tanto quanto lo starsene quieti, parlando il meno possibile con gli altri e moltissimo con se stessi.
C'è nel parlare qualcosa di insinuante e di blando che - come l'ebrezza o l'amore - cava fuori i segreti...
Oh, quando finalmente vedrai quel momento in cui ti renderai conto che il tempo non ti riguarda più, e sarai tranquillo e in pace, e non ti importerà del domani e sarai pienamente soddisfatto di te!
Vuoi sapere che cosa rende gli uomini avidi di futuro? Il fatto che nessuno è mai realmente appartenuto a se stesso.
Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucilio 105, 6
Sulla strada, mettendoci in ascolto,
dentro ogni sera, dentro ogni città,
quasi letteratura fosse carità...
se la parola, che non riesce a dire,
non è la parola, ma la cosa che vive,
nel momento stesso in cui credi d'udire
il richiamo di quei giorni mal vissuti,
o tenuti tali perché erano muti,
mentre vivere senza capire, allora,
pareva fosse un bel morire, come ora
capire senza vivere quel patire
ripete l'esser vissuti e lo scrivere...
Gianni D'Elia da Sulla riva dell'epocaAmo le brevi abitudini, e le considero l'inestimabile mezzo per imparare a conoscere molte cose e situazioni e per calare giù fino in fondo alle loro dolcezze e amarezze; la mia natura è interamente predisposta a brevi abitudini [...]. Ho sempre la convinzione che una determinata cosa m'appagherà durevolmente - anche la breve abitudine ha questa fede della passione, la fede nell'eternità - e che io sia da invidiare per averla trovata e conosciuta: ed ecco che essa mi nutre a mezzogiorno e a sera, e diffonde intorno a sé e dentro di me un profondo appagamento, cosicché, senza aver bisogno di confrontare o di disprezzare o di odiare, io non desidero altro [...] All'opposto, io non sopporto le abitudini durature e penso che, quando loro si manifestino, è come se mi si avvicinasse un tiranno [...]. Sì, nel fondo più intimo della mia anima mi sento riconoscente verso tutte le mie miserevoli condizioni e infermità e verso tutto quello che in me è pur sempre imperfetto: poiché simili circostanze mi lasciano sempre aperte alle spalle cento porte segrete dalle quali posso sfuggire alle abitudini durature. Senz'altro, la cosa più insopportabile, quel che è veramente da temersi, sarebbe per me una vita assolutamente priva di abitudini, una vita che continuamente esige l'improvvisazione: questo sarebbe il mio esilio, la mia Siberia.
Friedrich Nietzsche > La gaia scienza > IV, 295Io non lo so; ma, per me, temo che Natura abbia costruito la nostra specie quasi anello passivo dell'incomprensibile suo sistema, dotandone di cotanto amor proprio, perché il sommo timore e la somma speranza creandoci nell'immaginazione una infinita serie di mali e di beni, ci tenessero pur sempre affannati di questa esistenza breve, dubbia, infelice. E mentre noi serviamo ciecamente al suo fine, essa ride del nostro orgoglio che ci fa reputare l'universo creato solo per noi, e noi soli degni e capaci di dar leggi al creato.
Ugo Foscolo Ultime lettere di Jacopo Ortis
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